In Italia la superstizione è collegata agli oggetti più comuni, qualsiasi cosa può trasformarsi in segno di cattivo augurio.
Mai aprire un ombrello in casa, pioverà sfortuna. Anche la scopa è un pericolo per le ragazze: se qualcuno spazza loro i piedi, non si sposeranno mai. Un gatto nero può essere positivo se attraversa la strada da sinistra a destra, negativo se lo fa nell’altro senso, perché significa che dal Bene è passato al Male. A tavola, mai rovesciare il sale, e il pane deve essere dritto, per evitare guai.
Far cadere sale a terra o sulla tavola. In tempi antichi il sale era un bene più prezioso dello stesso oro e perderne anche pochissimo, significava perdere denaro.
Essere tredici a tavola. Il numero tredici a tavola ricorderebbe l’ultima cena di Gesù prima della sua morte.
Posare il cappello sul letto. In passato, i dottori che visitavano gli ammalati posavano il cappello sul letto, in quanto la camera da letto era la prima stanza in cui si dirigevano. Per questo, posare il cappello sul letto porterebbe sfortuna per la propria salute.
Porta fortuna mettere un anello con la pietra di nascita.
Se la fede nuziale viene persa, per evitare che l’infelicità piombi sulla coppia, va riacquistata immediatamente un’altra vera che dovrà essere infilata all’anulare dal partner, come durante il rito nuziale.
Non adoperate lo stesso asciugamano in due: litigherete sicuramente.
Porta male la goccia di cera che cade lungo il lato della candela.
Gli sposi di Crana (Novara), terminato il rito nuziale, soffiano insieme per spegnere due candele. Se le spengono nello stesso momento, vivranno a lungo insieme, altrimenti è segno di vedovanza.
L'ululato del cane è presagio di morte.
Se volete evitare la calvizie tagliate i capelli durante la luna nuova.
Un capello sulla spalla preannuncia l’arrivo di una lettera.
Porta fortuna incontrare una persona di sesso opposto la mattina di capodanno ed è presagio di guai vedere invece un cavallo bianco.
Si gettano oggetti vecchi dalla finestra per liberarsi di preoccupazioni e affanni, e per auspicarsi fortuna e mangiare lenticchie, uva o datteri, la notte di San Silvestro, vuole dire propiziarsi certamente la fortuna economica durante l’anno.
Il cucchiaio porta sfortuna tenerlo con la mano sinistra.
Se udite il canto del cuculo, afferrate in fretta tutto ciò che in quel momento è ai vostri piedi e portatelo addosso per un po’ di tempo: vi porterà fortuna.
Il fagiolo nell’antichità simboleggiava l’immortalità per la sua proprietà di conservare a lungo la forza vitale e di riacquistare freschezza se immerso in acqua.
Le fanciulle greche e le matrone romane indossavano collane o bracciali con ciondoli a forma di fagiolo. Si riteneva che questo piccolo oggetto fosse sufficiente per ottenere ricchezze e amore.
Porta sfortuna utilizzare in tre lo stesso fiammifero.
Se vedete un covone di fieno, prendetene un filo ed esprimete un desiderio: si avvererà,
Le forbici se cadono a terra, prima di raccoglierle, posatevi il piede sopra per annullare il cattivo presagio.
Se cadendo, una delle lame si conficca nel terreno è presagio di morte.
Portano, invece buono se tenute appese al muro.
Porta sfortuna ucciderne un gabbiano.
Il gallo se canta prima di mezzanotte preannuncia cattivo tempo.
Porta male vedere al mattino a digiuno una gazza.
Vedendo uno stormo di gazze piegare verso sinistra la giornata sarà felicissima, se lo stormo va a destra il giorno sarà negativo.
Un innamorato che dovesse vedere una gazza ha poche possibilità di successo con la sua ragazza.
Porterebbe male appoggiare le grucce sul letto
Incrociare scarpe, posate o altri oggetti porta sfortuna, perchè, in epoca medioevale, erano considerate un’offesa alla Croce di Cristo.
Porta male scendere dalla parte sinistra del letto, in quanto ritenuta la parte di Satana satana.
In Sicilia si dice che se tre persone rifanno un letto insieme (nel senso che ne sistemano le lenzuola), quella più giovane d’età muore.
La notte dell’Epifania devono lanciare le scarpe verso l’uscio di casa: se le punte sono rivolte verso l’uscio, si sposeranno entro l’anno.
Una sarta che sia ancora in attesa dell’anima gemella, potrà mettere due o tre capelli della sua chioma nell’orlo dell’abito da sposa che le capiterà di cucire: si sposerà anch’ella entro l’anno.
Versare l'olio è segno di malaugurio. Diciamo come stanno le cose: tanti secoli fa olio e sale erano materiale prezioso, e quindi rovesciarli e perderne era un danno economico e una perdita: per questo “saltavano all’occhio”.
Il pettine se vi cade di mano mentre vi state pettinando, qualcuno che vi vuole bene vi sta pensando.
Porta fortuna camminare sotto la pioggia. Un vecchio proverbio dice: “Sposa bagnata, sposa fortunata”.
I piselli sono il simbolo della felicità e della fortuna. Nell’antichità, con i loro fiori si intrecciavano coroncine da offrire alle spose.
Non andrebbero mai appesi alle pareti quadri raffiguranti uccelli: portano sventura.
E’ di malaugurio un quadro che cade.
Il quadrifoglio arreca fortuna e felicità ma non lo si deve cogliere, basta guardarlo e toccarlo.
Vedere un ragno di sera è segno di bel tempo.
Porta sfortuna uccidere un ragno di notte o al mattino.
Porta sventura passare sotto una scala perchè, formando un triangolo, è simbolo della Trinità e passarci sotto è una grave mancanza di rispetto.
Se una nubile passa sotto una scala aperta o appoggiata al muro non si sposerà.
Se inciampa, invece sui gradini di una scala, convolerà presto a nozze.
Se si inciampa scendendo, è presagio di perdita di denaro.
E’ segno infausto spazzare il pavimento prima dell’alba e dopo il tramonto.
Negli orti dei Greci e dei Romani il sedano non mancava mai. La pianta di sedano, infatti, aveva la funzione di allontanare le potenze del male.
Trovare una moneta porta fortuna: conservatela.
Sono di felice augurio i soldi bucati, le monete coniate negli anni bisestili e quella vaticane che portano l’anno del Giubileo.
Se a Natale o a fine anno ti pagano, devi dare almeno una monetina di resto, altrimenti niente soldi nell’anno nuovo.
Se ricevete in regalo una spilla, un temperino o qualsiasi oggetto appuntito, pungete con essi il vostro donatore pazzo, oppure regalategli una simbolica monetina. Se non lo fate, rischierete di troncare il rapporto di amicizia.
Se vedete uno spillo per terra, raccoglietelo, la fortuna vi sorriderà per tutto il giorno.
Non chinatevi però mai a raccogliere gli aghi, portano sfortuna.
Anticamente si aveva l’abitudine di sputarsi tre volte sul petto per allontanare qualsiasi maleficio.
Ancora oggi, i corridori si fanno sputare sulla schiena dai loro meccanici, prima dell’inizio della corsa.
Pare che vederne tre o quattro unite porti male.
Non gettate mai il guscio intero di un uovo, ma spezzatelo per evitare che il demonio vi si annidi.
“Nè di Venere nè di Marte, non si sposa non si parte, nè si dà principio all’arte” consiglia un proverbio.
Mai uscire di casa il venerdì notte: streghe e diavoli sono in agguato. Ma se proprio dovete farlo, strappate un pelo (possibilmente rosso) a una cane e conservatelo nel taschino.
La superstizione più comune è quella del gatto nero: guai a incontrarlo, vederlo attraversare la strada o entrare in casa.
La triste fama dei gatti neri ha origini antiche: dal ‘500 in poi, infatti, a questo felino venne attribuita la colpa di essere servo del diavolo e dei demoni, nonché il più frequente travestimento delle streghe.
Sui gatti si dice pure che abbiano nove vite e muoiano solo se sbattono forte il muso, che sentirli miagolare sia di buon augurio e che mangiare la loro carne porti fortuna, ricchezza e felicità.
Guai, invece, ucciderli, chi lo fa patirà una lunga agonia, sette anni di guai o tredici disgrazie.
Altre superstizioni sul gatto sono: mai imprestare gatte ad amici e parenti, non tornerebbero più a casa; se a un gatto vengono tagliati i baffi, o la punta della coda, non diventerà mai un buon cacciatore di topi; per fare in modo che un gatto (anche rubato o trovato) non abbandoni mai il padrone, bisogna farlo girare intorno alla catena del camino per tre volte, attirandolo con un pezzo di lardo.
Quando si cambia casa, affinché il gatto non subisca traumi, si raccoglie una pietra della vecchia dimora e la si porta nella nuova, oppure, gli si lega un pezzetto di mattone della vecchia casa al collo.
Queste usanze sono legate alla credenza che i gatti si affezionino più al luogo che alle persone con cui abitano. Uccidere un gatto soriano, specie se grigio e tigrato, è un atto sacrilego e di cattivo auspicio, dato che la tradizione narra che di questa razza fosse il gatto della Madonna a Nazareth.
Nel Senese, si crede che i gatti avvertano la morte in anticipo e scappino di casa prima di spirare. Si dice che quelli nati in marzo siano grandi cacciatori di topi, mentre quelli nati prima dell’Ascensione, no.
Sognarli è presagio di tradimento. Se un gatto dorme con il sedere rivolto al fuoco, la neve cadrà presto, mentre se fa passare ripetutamente la zampa dietro l’orecchio, il tempo volge al peggio e farà freddo. I gatti rossi pare siano i migliori per tenere lontani da casa stregonerie e malefici.
La festa cristiana nella quale si celebra la nascita del Battista, san Giovanni deve la sua straordinaria popolarità alla coincidenza calendariale con il solstizio d’estate.
Prima ancora che la Chiesa stabilisse il 24, quale probabile data di nascita del Precursore di Cristo, questa ricorrenza era già popolarissima in tutte le civiltà pagane.
L’origine appare evidente analizzando le principali superstizioni connesse alla festa, chiaramente ispirate al sole solstiziale.
Coi fuochi accesi sui poggi si cerca di evocare questa forza, l’energia del sole giunto al massimo splendore. Ai falò sono attribuiti poteri straordinari: garantiscono la protezione dal malocchio e dalle streghe, sanano gli animali, proteggono dal mal di testa e da numerose altre malattie.
Ancora più grandi virtù sono attribuite alla rugiada e alle piante che da essa vengono sfiorate durante questa magica notte. Bagnarsi con la rugiada protegge dalle principali malattie della pelle, dalla scabbia, dalle emorroidi, dalla lebbra, dalle malattie veneree, dalle infezioni, dalla rogna, dalle rughe precoci, dalla caduta dei capelli e dai dolori addominali.
Portentosa, inoltre, per gli occhi: sia per renderli belli, sia per curare infiammazioni e lesioni. Sempre la rugiada si dice sia in grado di preservare i panni dalle tignole, di mantenere in salute gli animali, di far sparire le lentiggini, di rendere biondi e ricci i capelli dei bambini, di facilitare la lievitazione del pane, di dar forza ai bambini anemici e di conservare a lungo il burro.
Le stesse virtù taumaturgiche della rugiada sono attribuite anche all’acqua raccolta in questa notte, a quella dei fiumi, dei laghi e del mare. È tradizione fare il bagno in mare per restare in buona salute e, con l’acqua attinta a mezzanotte, si possono curare le malattie cutanee dei bambini e restare immuni dal male di testa.
Il potere taumaturgico della rugiada e dell’acqua raccolta nella notte di san Giovanni, è strettamente connesso al racconto evangelico del battezzatore di Gesù Cristo. Alcuni sostengono, invece, che tali poteri siano dovuti alla particolare posizione del sole, che dona alla rugiada e alle erbe effetti benefici e salutari.
Diffuso in tutta Italia il sistema delle tre fave per prevedere il futuro in amore. Alla vigilia di san Giovanni, si mettono tre fave sotto il guanciale: una intera, una sbucciata per metà e una sbucciata completamente. Alla mattina se ne prende una senza guardare: se è pelata, presagio di una vita felice; se pelata a metà, gioie e dolori; se integra, unione infelice e sfortunata.
Sempre riguardo a questa festa, si credeva che nascervi rendesse immuni dal malocchio. Altre credenze sono: la camomilla bagnata di rugiada ha la capacità di calmare gli attacchi nervosi e, se bruciata in vista dei temporali, il potere di scongiurare il pericolo della grandine. Le foglie di alloro raccolte in questa notte hanno il potere di tenere lontani i rapaci e le formiche dalle case.
In base al mese di nascita si fanno previsioni sulle future caratteristiche dei neonati.
I nati in gennaio saranno collerici, forti, tenaci e avranno vita lunga, seppur poco felice.
I nati in febbraio avranno vita breve, saranno volubili e assillati da sciagure e malattie; saranno pericolosi gli anni dodici, ventotto, trentasei e quarantuno della loro vita.
I nati in marzo saranno superbi, amanti della musica e del denaro e, se studieranno, avranno grandi successi; sono per loro pericolosi il quattordicesimo, il ventiduesimo, il trentesimo e il cinquantasettesimo anno d’età.
Chi nasce in aprile sarà debole, dal carattere mutabile e crudele; avrà nemici ma sarà ricco e girerà il mondo. Sono pericolosi per lui i dodici, i ventidue, i trentatré, i quarantuno e i settantaquattro anni.
Chi nasce in maggio sarà fortunato, allegro e ben disposto verso il prossimo; correrà pericoli a uno, a sei, a dieci, a quindici, a venticinque, a trentadue, a quaranta o a sessantotto anni.
I nati in giugno saranno taciturni, dissipatori e di buona salute; ameranno molto e avranno guai all’età di ventiquattro, trenta e settantadue anni.
I nati in luglio saranno forti e arditi, volubili e voluttuosi; gli anni pericolosi saranno il diciannovesimo, il trentaquattresimo e il settantunesimo.
I nati in agosto avranno una vita mediocre, costellata di malattie e pericoli; affabili e di poche parole, dovranno guardarsi dagli anni quindici, ventotto, quarantadue e ottantasei.
I nati in settembre avranno vita lunga e fortunata, carattere allegro e saranno acuti d’ingegno; certamente il mese più propizio per nascere.
I nati in ottobre saranno falsi, gelosi e vendicativi, e anche se avranno successo, non ne potranno godere.
I nati in novembre saranno tristi e sfortunati e, benché amati dalla famiglia, proveranno molti dispiaceri.
I nati in dicembre saranno amabili, allegri e ben disposti alla religione; se traditi, sapranno essere vendicativi.
Oltre al mese di nascita, per il futuro è importante anche il giorno. Nascere di sabato è generalmente di cattivo augurio, in quanto giorno dedicato al sabba delle streghe. Di buon augurio nascere di mercoledì.
Di buon auspicio anche nascere settimini o con la camicia (con la placenta avvolta intorno al corpicino). È invece di cattivo auspicio tagliare ai neonati le unghie e i capelli (diventerebbero ladri, miopi o balbuzienti), nonché pesarli, misurarli o fotografarli, perché altrimenti non crescono, stentano a parlare o muoiono presto.
Chi nasce dopo un brevissimo travaglio, andrà di fretta tutta la vita. I nati di venerdì, hanno la virtù di guarire la febbre, i maschi nati dopo sei sorelle possiedono la grande virtù di sanare le malattie e chi nasce con la camicia avrà una vita avventurosa.
Per evitare il malocchio, è consigliabile, quando una vecchia ne chiede l’età, rispondere sempre dicendo un mese in più o in meno a quelli giusti. I bambini nati con la camicia sono ritenuti invincibili, tanto che nelle risse, spesso, gli avversari scappano senza colpo ferire. La camicia viene anche detta "camicia della Madonna", perché le pieghe del sacco amniotico formano una caratteristica M sul corpicino del neonato.
Le superstizioni sulla luna sono innumerevoli e riguardano soprattutto la presunta influenza che esercita sugli esseri viventi.
Il folclore è ricchissimo di ubbie, pregiudizi e credenze sulla luna: il variare del suo ciclo può determinare il bello e il cattivo tempo, stabilire il sesso dei nascituri, fare crescere i capelli, le unghie, le piante e i frutti.
Durante plenilunio, la fase nella quale la luna raggiunge l’intensità massima e tutta la faccia visibile dalla terra appare illuminata, si dice che tagliare i capelli crescano poi belli e abbondanti.
Altre credenze sulla luna nuova sono: i granchi e le aragoste sono più pieni e polposi; i meloni e i cocomeri seminati in quella di marzo crescono più dolci; si imbottiglia il vino; è più facile sognare che in altre fasi ed è possibile curare verruche, calli, ernia e gozzo toccandosi la parte malata con la mano.
Durante il novilunio, momento nel quale la luna è invisibile, perché volge alla Terra la faccia non illuminata dal Sole, si dice che i capelli ricrescano molto più rapidamente; che i parti siano più frequenti e facili; che il tempo atmosferico che lo caratterizza non muti per tutto il mese lunare; che le macchie ostinate sulla biancheria non resistano al bucato fatto in quello di marzo e che sia il momento propizio per tosare le pecore, lavorare e lavare la lana, affinché non si riempia di tignole. In luna mancante è consigliato eseguire la pulizia dei campi, il taglio del legname e la raccolta della paglia.
La maggior parte delle superstizioni riguarda la fase crescente della luna, il momento compreso tra il novilunio e il plenilunio. Questo periodo pare sia propizio a tutte le azioni che riguardano ciò che deve crescere e prosperare. La semina e l’accoppiamento degli animali domestici sono positivamente influenzati in questa fase.
Con la luna crescente si dice pure che i capelli e le unghie crescano più in fretta, si seminano i foraggi, si potano le piante e si mostrano i denari appena è visibile in cielo, credendo così di raddoppiarli. Vietato travasare il vino altrimenti diventa acido o si guasta. Si raccolgono con buoni profitti i funghi e gli asparagi. Male invece per le malattie della pelle, che con la luna crescente peggiorano.
Con la luna calante (vecchia), la fase compresa tra il plenilunio e il novilunio, si compiono le azioni che riguardano tutto ciò che deve morire ed essere distrutto.
Si miete il grano, si raccoglie il granoturco, si potano la vite e gli alberi da frutto, si raccoglie la frutta, gli ortaggi, si mettono sotto conserva peperoni, pomodori e zucchine. Si tagliano le unghie e i capelli per fare in modo che non crescano rapidamente.
Guai invece a fare il bucato. Si vendemmia per avere vino leggero e poco corposo, si taglia la legna da ardere e quella da lavoro, si seminano gli ortaggi perché vengano gustosi, i fiori perché vengano doppi, si innestano gli alberi perché attecchiscano e si seminano le patate.
Indicato anche eseguire la vendemmia, la pigiatura e la svinatura, affinché il vino si conservi in estate senza fermentare. Si raccolgono le erbe per preparare filtri amorosi e medicinali; si mettono a covare le uova e si tosano le pecore perché la lana si conservi nel tempo.
Sulla luna esistono anche credenze slegate alle fasi. Si crede, ad esempio, che piccoli gingilli in metallo pregiato (argento e oro), raffiguranti la luna falcata, portino fortuna, o che dormire al chiaro di luna sia nocivo (le conseguenze: reumatismi, pazzia, sonnambulismo, malattie o perdita delle forze).
In quasi tutta Italia si crede che la luce lunare causi la putrefazione della carne. Un altro pregiudizio molto comune, è che le lune che iniziano di mercoledì o sabato siano foriere di rovina e disgrazie.
L’amuleto più efficace contro il malocchio è il corallo grezzo. Il suo colore rosso smagliante è in grado di spezzare e rendere inattivo il raggio malefico dell’occhio iettatore e per questo va sempre portato in vista.
Altri validi amuleti sono: il ferro di cavallo, le corna (con infilato sulla punta uno spicchio d’aglio), la doppia mandorla e la chiave maschia.
Per proteggere i bambini, si usano pezze di panno di colore rosso. Per scoprire se un bambino malato è stato colpito dal malocchio, si fanno cadere alcune gocce d’olio in un piatto colmo d’acqua: se l’olio si spande, il male è causato dal malocchio; se invece l’olio resta ben distinto dall’acqua, la fattura non c’entra, ed è meglio chiamare il medico.
Per allontanare il malocchio, altri sistemi utili sono: invocare i numeri 8 e 9 (che rappresentano una raffigurazione simbolica del fallo), facendo nel contempo le corna; indossare le mutande rovesciate, per gli uomini, e la gonna rovesciata, per le donne.
Gli scongiuri più caratteristici sono invece: toccarsi i testicoli; far battere la mano sinistra sull’avambraccio destro, facendolo scattare in avanti con significato fallico; toccare ferro; fare le corna con la mano; tenere in tasca un dente di maiale, una noce a tre canti o una castagna d’India.
Altri sistemi sono: fare l’atto di rigirare il cappello in testa; tenere i pantaloni a mezza gamba; portare un braccialetto di perline rosse; una collanina di corallo; tenere in tasca del lievito; indossare mazzetti di oggetti d’oro in numero di 16, 24 o 32 pezzi, appesi a una catenina.
Tra questi, i più frequenti sono: la scarpina, il cornetto, la calamita, l’elefante, la leonessa, il gallo, il gobbino, il n.13, la mano, il mandolino, il pesce, il teschio, il binocolo, le forbici, il cane, il panierino, la rivoltella, la pipa, la chitarra, il porco, la rete, le campanelle, il granchio e la lucertola.
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