martedì 26 gennaio 2016

LA MALATTIA DELL'ASINO



Priapo è un dio della mitologia greca e romana, noto per la sua dote della lunghezza del pene. Figlio di Afrodite e nella maggior parte delle volte viene attribuito a Dioniso. Leggende minori ne fanno figlio, sempre d'Afrodite, ma avuto con Ermes, Ares, Dioniso, Adone o con Zeus. Era, gelosa del rapporto adulterino di Zeus con Afrodite, si vendicò con Priapo e gli diede un aspetto grottesco, con enormi organi genitali, particolarmente pronunciati nelle dimensioni del pene e del glande, ritenuti nell'antichità l'origine della vita.

Priapo, che si vuole proveniente dall'Ellesponto o dalla Propontide, dominava l'istinto, la forza sessuale maschile e la fertilità della natura. Non fu accettato fra gli dèi olimpici poiché tentò, ubriaco, di abusare di Estia e venne espulso. Anche l'asino, simbolo di lussuria, gli ragliò contro per farlo scappare, così da sottolineare quale intento criminoso avesse.

Il culto di Priapo risale ai tempi di Alessandro Magno e fu largamente ripreso anche dai Romani, soprattutto collegato ai riti dionisiaci e alle orge dionisiache. Il suo culto era anche fortemente associato al mondo agricolo ed alla protezione delle greggi, dei pesci, delle api, degli orti. Spesso infatti, cippi di forma fallica venivano usati a delimitare gli agri di terra coltivabile. Questa tradizione è continuata nel corso dei secoli ed è resistita alla moralizzazione medievale del monachesimo. Infatti ancora oggi, possiamo trovare diversi esempi di cippi fallici in Italia, nelle campagne di Sardegna, Puglia (soprattutto nella provincia di Lecce) e Basilicata o nelle zone interne di Spagna, Grecia e Macedonia.

Il suo animale era l'asino, sia a causa dell'importanza che esso aveva nella vita contadina, sia per una sorta di analogia fra il pene di Priapo e dell'asino.

Già molto diffuse in Grecia e poi a Roma, le feste in onore di Priapo, definite falloforie, avevano un grande rilievo nel calendario sacro.

Nell'arte romana, veniva spesso raffigurato in affreschi e mosaici, generalmente posti anche all'ingresso di ville ed abitazioni patrizie. Il suo enorme membro era infatti considerato un amuleto contro invidia e malocchio. Inoltre, il culto del membro virile eretto, nella Roma antica era molto diffuso tra le matrone di estrazione patrizia a propiziare la loro fecondità e capacità di generare la continuità della gens. Per questo, il fallo veniva usato anche come monile da portare al collo o al braccio. Sempre a Roma, le vergini patrizie, prima di contrarre matrimonio, facevano una particolare preghiera a Priapo, affinché rendesse piacevole la loro prima notte di nozze.

Ogni anno a Priapo veniva sacrificato un asino, questo rito venne istituito dallo stesso Priapo. Il dio stava insidiando la dea Estia dormiente, ma il ragliare di un asino svegliò la dea impedendo al dio di raggiungere il suo intento. Ad espiazione dell'accaduto il dio pretese un sacrificio annuale di un asino.

Gli africani sono i più dotati, gli asiatici i meno. Il disegnare la mappa delle misure genitali nel mondo è stato il risultato di studi universitari e medici, sia su rilevazioni senza troppe pretese scientifiche, ma comunque indicative. Primi su 115 popoli analizzati, sono risultati i congolesi, ultimi i sudcoreani. I brasiliani sono i più dotati tra i Paesi emergenti, i libanesi nel Medioriente, mentre tra i «piccoli» è faccia a faccia Usa-Russia. In Europa, solo la Francia rientra nella top 20, staccandoci di 11 posizioni, "Italiani al 29° posto " poco sotto i cubani. E se invece dei valori assoluti si prende il rapporto tra misure e quoziente d’intelligenza medio, le gerarchie cambiano: noi quarti, loro decimi.

Avere il pene più grande del mondo può avere lati negativi. Jonah Falcon è stato fermato all’aeroporto di San Francisco quando gli agenti della sicurezza hanno notato il suo “pacco” insolitamente grande.

Gli agenti hanno fermato l’uomo, chiedendogli di svuotare le tasche, che però erano vuote: Falcon ha tentato di spiegare che si trattava del suo pene, ma gli agenti erano convinti si trattasse invece di esplosivo, e solo dopo una perquisizione gli è stato concesso di proseguire.

L’uomo è il primate con il pene piu grande, le dimensioni di un pene umano nel mondo variano nella quasi totalità da 13 e 18 centimetri, mentre la circonferenza media va dai 10 ai 12 cm, il pene più grande misurato per studi scientifici era lungo 35 centimetri.

Il pene dal latino " penis ", coda , ha un'energia incontrollabile e mistoriosa, in grado di fecondare. Ecco perchè le antiche civiltà lo trasformarono in divinità:
per i Babilonesi il dio Enki aveva dato vita al Tigri e all'Eufrate con il suo pene;
nella bibblica Canaan i Re mangiavano il pene del loro predecessore per assimilarne il potere. Gli antichi Istraeliti giuravano ponendo le mani sul membro virile, tanto che testicoli (piccoli testimoni) deriva da questa usanza.

Il fallo era adorato sopratutto per propiziare la fecondità: nei templi indù dedicati a Schiva c'era il " linga " fallo di pietra venerato per favorire delle donne; i Greci facevano le "falloforie" , processioni con statue di grossi falli per incrementare i loro raccolti agricoli.



Lo storico Kallixenios di Rodi, racconta di aver visto , nel 275 A.C. una festa dionisiaca svoltasi ad Alessandria d' Egitto durante la quale un fallo d'oro lungo 60 metri con in cima una stella d'oro fu portata in processione per tutta la città davanti a mezzo milione di persone che intonavano inni in suo onore

I culti fallici sono sopravvissuti fino ai nostri tempi , anche se mimetizzati sotto altre forme come la "sagra dei gigli di Nola" o quella dei " ceri di Gubbio"

La fallocrazia comunque è un'eredità del mondo animale. Tra le scimmie mostrare il fallo è una minaccia e un segno di potere :
"il fallo eretto è un segnale di rango che incute rispetto " per questo molte divinità mostrano il membro eretto. Lo scettro dei Re non a caso a forma fallica. Per greci e romani il pene era simbolo appunto di potere e le sue dimensioni agevolavano la carriera militare. Proprio tra i romani il pene faceva da portafortuna, il " fascinum " era un amuleto fallico contro il malocchio che si appendeva al polso.

Di qui il gesto scaramantico di " toccarsi " (o di toccare il corno a forma fallica) per attingere energia ....tutto ciò che si erige quindi è un riferimento fallico . Dagli obelischi , ai campanili ai bastoni , fino al giuramento con alzata di mano o al saluto romano . Questa energia incontrollabile era temuta dal cristianesimo degli albori, che affermava la superiorità di Dio sull'uomo. Tertulliano (150-220 d.c.) diceva che durante l'orgasmo l'uomo perde una parte dell'anima: un modo antico di concepire l'energia umana, ma anche un'ammonizione morale. Con il cattolicesimo il fallo da divinità diventa demonio: la verga del diavolo. Sant'Agostino ( 354 - 430 d.c. ) diceva: nessun organo è più corrotto del pene, così nel rinascimento, papa Paolo IV fece coprire gli attributi maschili a eletti e dannati nella Cappella Sistina di Michelangelo.




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