Accendere una sigaretta significa immettere in ambiente più di 4000 sostanze chimiche ad azione irritante, nociva, tossica, mutagena e cancerogena. Una parte di queste sostanze chimiche resta nel filtro e va a contaminare quella parte di sigaretta non fumata che comunemente chiamiamo cicca o mozzicone. Nelle cicche, quindi, è possibile trovare moltissimi inquinanti: nicotina, benzene, gas tossici quali ammoniaca e acido cianidrico, composti radioattivi come polonio-210, e acetato di cellulosa, la materia plastica di cui è costituito il filtro.
I mozziconi di sigaretta, gettati via dagli 1,5 miliardi di fumatori nel mondo, sono tanto
inquinanti e pericolosi per l’ambiente e per la salute quanto i rifiuti industriali.
Purtroppo, a giudicare soltanto dalla quantità che vediamo dispersa nelle nostre strade, sembrano essere molto rari quei fumatori che si preoccupano di gettare la cicca della sigaretta nei cestini. C’è addirittura chi non si fa scrupoli a gettarla nel mare: nel Mediterraneo, per esempio, rappresentano il 40% dei rifiuti (il 9,5% sono bottiglie di plastica, l’8,5% sacchetti di plastica, il 7,6% lattine di alluminio).
Enea (Agenzia nazionale nuove tecnologie), Sitab (Società italiana di tabaccologia), Agenzia nazionale per la prevenzione e Consulta nazionale sul tabagismo rilanciano il documento di principio per la riduzione dell’impatto su ambiente e decoro urbano dei mozziconi presentato ai ministeri della Salute e degli Affari Regionali e rimasto lettera morta.
«La cicca è un rifiuto tossico e non differenziato — spiega il professor Giacomo Mangiaracina presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione — . Tutti e 4 mila i veleni contenuti nella sigaretta, si ritrovano in forma concentratissima anche nel mozzicone». Come hanno ribadito gli esperti nel 1°Convegno «Mozziconi di sigaretta: Impatto sull’ambiente e sulla salute» tenutosi all’ospedale Niguarda di Milano, si tratta di nicotina, benzene, ammoniaca, polonio 210, metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici, sostanze che possono avere effetti gravi sia per l’uomo (dalla semplice intossicazione, ai tumori) sia per l’ambiente. «Alcuni esperimenti hanno provato che una cicca in un litro d’acqua uccide le dafnie, piccoli organismi marini — aggiunge Mangiaracina —. L’altro aspetto è che l’acetato di cellulosa del filtro si disgrega in microplastiche per cui dopo 5 anni non le vediamo più ma continuano ad esistere entrano nella catena alimentare e ce la ritroviamo nel pesce che mangiamo».
Quella delle cicche è un’invasione sotto gli occhi di tutti. In base ai consumi di sigarette, studi scientifici hanno evidenziato che ogni anno nel mondo vengono immesse nell’ambiente più di 5 trilioni di mozziconi. Il dossier informativo presentato da Enea e Agenzia nazionale per la prevenzione sostiene che in Italia ogni anno oltre 50 miliardi di cicche vengono gettate ovunque. Con le sole cicche gettate a terra ogni anno a Roma (circa 1,7 miliardi) mettendole in fila una dietro l’altra si costruisce una fila lunga più di 51 mila chilometri. In altre parole, si potrebbe fare il giro del mondo. La proposta di Enea, Sitab , Anp e Cnt prevede di introdurre il divieto di gettare i mozziconi in giro e di metterli invece posti «in appositi contenitori tascabili o nei contenitori dei rifiuti». Per i contravventori sarebbe prevista una multa. « Pensiamo a un importo di 30-35 euro — dice il presidente di Anp — e non ai 150 euro ipotizzati del Comune di Roma, una misura che sembra fatta apposta per non essere osservata . Comunque la multa non è l’aspetto fondamentale. Nel nostro progetto insistiamo sull’informazione al cittadino, la promozione dei posacenere tascabile, la delibera di una policy Smoke-free da parte dei Comuni, la formazione per professionisti di riferimento e addetti al controllo».
E tuttavia gran parte delle proposte sono contenute nel Disegno di legge “Green Economy”,all’esame del Senato dopo essere stato approvato alla Camera. Il provvedimento introduce multe da 30 a 150 euro per «l’abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo e di gomme da masticare sul suolo,nelle acque e negli scarichi». Sullo stesso tema Parigi ha varato il divieto con una multa di 68 euro, Rotterdam ne fa pagare 100 e da noi si va dai 150 euro di Firenze fino ai 500 di Trento e ai 1.000 di Pollica (provincia di Salerno). I comuni inoltre devono installare raccoglitori per le cicche di sigaretta e le gomme da masticare «nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale». Sono previste anche campagne di informazione, attuate dai produttori, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente . Resta aperto il capitolo sullo smaltimento. Non sono ancora state definite specifiche procedure sulla raccolta differenziata e lo smaltimento dei mozziconi delle sigarette. «Abbiamo evidenziato come i filtri possano addirittura essere recuperati - conclude Mangiaracina —. Esistono già delle startup impegnate nella detossicazione dei filtri e l’utilizzo dell’acetato di cellulosa per fare ad esempio pannelli fonoassorbenti».
Le cicche di sigaretta sono pericolose per l'ambiente acquatico e provocano l'inquinamento dei corpi idrici e gravi intossicazioni di pesci e uccelli che per errore ingeriscono i mozziconi. Le cicche di sigaretta sono infatti un rifiuto ad elevata tossicità, che inquinano l'aria, il suolo, le acque superficiali e il mare con tonnellate di agenti chimici pericolosi.
E, anche se sono meno significative, da non sottovalutare sono anche le ricadute del fumo del tabacco sull'inquinamento ambientale e urbano, perché contribuisce in modo importante all'incremento delle polveri sottili delle città.
"Il problema dei rifiuti -sottolinea l'Enea- è correlato alla loro persistenza nell'ambiente, alla loro quantità, all'eterogeneità dei materiali che li compongono e, non ultimo, all'eventuale presenza di sostanze pericolose. Il problema deve essere affrontato in maniera sistemica: riduzione della produzione di cicche di sigarette, raccolta differenziata, riciclo dei materiali e recupero energetico".
La sua risoluzione resta comunque legata intimamente al modo di agire dei fumatori: non basta ridurre il consumo di sigarette ma è necessaria l’adozione di comportamenti responsabili e rispettosi della propria e altrui salute.
Inoltre, è utile ricordare che l’Agenzia per la protezione dell’ambiente della California ha classificato il fumo di tabacco come un inquinante tossico dell’aria.
Non dimentichiamo, poi, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il fumo come la principale causa mondiale di malattia e di morte prevenibile.
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