sabato 14 novembre 2015

PERCHE' UCCIDI?



Wilson e Seaman, riprendendo gli studi dello psicologo Albert Maslow, fanno riferimento a quattro livelli della gerarchia dei bisogni di Maslow.
Essi sostengono che prima si uccidevano spinti dalla povertà e dalla fame; verso la metà dell’Ottocento, si uccideva per lo più per tutelare la propria sicurezza domestica; una volta soddisfatti questi bisogni, ha iniziato a diffondersi l’omicidio a sfondo sessuale; infine, una volta che si sono garantiti cibo, rifugio e gratificazioni emotive, si uccide per un bisogno di autostima, per ottenere rispetto. E’ questo il caso più specifico dell’omicidio seriale a partire dagli anni 80.
Le serie omicidarie interrotte bruscamente, come nel caso di Jack lo Squartatore, vanno di solito ad accrescere i ranghi del “numero oscuro”, perché spesso la polizia non riesce a collegare gli omicidi tra loro.

L'omicidio consiste nella soppressione di una vita umana per opera di un altro essere umano. L'omicida può provocare la morte altrui per mezzo di qualsiasi modalità (reato a forma libera), anche per omissione, ma in ogni caso la sua azione o inazione sono volontarie.

Questa volontà generica non va confusa con il dolo ed è presente anche nell'omicidio colposo e preterintenzionale, in quanto volontà di compiere l'azione che determina la morte altrui (ad esempio superare i limiti di velocità, finendo poi accidentalmente per travolgere e uccidere un pedone).

Si avrà omicidio volontario solo quando l'omicida, per mezzo della sua azione o omissione volontaria, intende specificamente causare la morte della vittima. L'omicidio volontario può essere premeditato o non premeditato.

L'omicidio è una pratica condannata socialmente e punita come reato da tutte le legislazioni storiche.

Nessuna società ha però mai assicurato una tutela assoluta e incondizionata alla vita umana, vietandone la soppressione in ogni caso. Ad esempio, praticamente tutte le società ammettono l'uccisione del nemico in guerra; la generalità degli ordinamenti del passato e alcuni ordinamenti contemporanei ammettono la soppressione della vita umana come sanzione penale (pena di morte); certe società, inoltre, praticavano il sacrificio rituale di esseri umani alla divinità.

Anche le società più moderne considerano poi lecita l'uccisione della persona umana in presenza di circostanze in grado di giustificarla. Alcune di queste circostanze (scriminanti), come la legittima difesa, sono considerate morali dalla società e in alcuni casi conformi anche ai dettami religiosi; altre, come lo stato di necessità possono essere invece del tutto amorali o in certi casi persino immorali.



Shipman era un medico di famiglia come tanti altri che si possono trovare nelle campagne inglesi. Un’uomo docile ed affabile, molto stimato all’interno della sua comunità. Ma tutto ciò cambiò quando, dopo la morte di una sua anziana paziente, all’atto dell’apertura del testamento si notò che esso era stato falsificato, sancendo l’attribuzione al medico di una ingente somma di denaro. Fu dunque riesumato il cadavere, e si scoprì che l’anziana signora non era morta per cause naturali bensì per un’overdose di morfina, somministrata 3 ore prima del decesso.

Solo Shipman aveva accesso ala morfina in paese.

Iniziarono le indagini.

Ciò che venne scoperto terrorizzò la piccola comunità. Il medico, tanto docile ed affabile, nel corso degli anni aveva ucciso, tramite iniezioni letali, più di 200 persone. Shipman, condannato a 15 ergastoli, morì in prigione, impiccandosi con delle lenzuola.
La storia di questo medico, conosciuto anche come Dottor Morte, ci fa rabbrividire. Una persona come un medico di famiglia, a cui affidiamo tranquillamente la nostra salute, ha in pugno anche la nostra vita, e solo lui sa cosa contenga realmente la siringa che
stringe tra le mani.

Theodore Robert Bundy è ricordato come un’uomo affascinante, tratto che sfruttava per conquistare la fiducia delle sue vittime, tutte giovani donne.

Era solito attirare la loro attenzione fingendo di essere disabile o in difficoltà, oppure impersonando una figura autoritaria, per poi aggredirle e approfittarsi di loro in luoghi appartati. Gli sono stati attribuiti tra i 30 ed i 35 omicidi tra il 1974 ed il 1978.

L’uomo era solito tornare sulla scena del crimine a distanza di tempo, e fare sesso con i cadaveri delle sue vittime, anche se in avanzato stato di decomposizione. Ha decapitato almeno 12 delle sue vittime, e ne ha conservato le teste in casa sua, come dei trofei.
L’uomo fu arrestato e giustiziato nel 1989 tramite sedia elettrica. Il procuratore Polly Nelson, uno dei membri che aveva il compito di difenderlo in tribunale, scrisse che Bundy “era la precisa definizione del male”

Enriqueta Marti fu proprio grazie alle due bambine che la donna fu catturata. La poliza all’interno della sua casa trovò enormi mucchi di ossa e resti di bambini, nascosti in sacchi ed armadi, oltre a numerose boccette conteneti sangue e grasso umano. La strega di Barcellona, così venne soprannominata, fu arrestata e condannata a morte. La sentenza non potè essere applicata in quanto la donna venne uccisa brutalmente da una sua compagna di cella.

Albert Fish, conosciuto anche come l’Uomo grigio, il Lupo mannaro di Wysteria, il Vampiro di Brooklyn e Il Maniaco della Luna, si vantava di aver molestato più di 400 bambini, e di averne uccisi più di 100. In realtà fu ritenuto colpevole di appena 5 omicidi, anche se rimase comunque fortemente sospettato per molti altri.

L’uomo era molto disturbato, in particolare soffriva di numerosi disturbi sessuali. Uno dei più inquietanti era il suo continuo bisogno di infilarsi aghi all’interno del corpo.

Albert Fish fu incarcerato a Sing Sing nel marzo del 1935 e fu giustiziato il 16 gennaio del 1936, sulla sedia elettrica. La vicenda di Fish divenne molto famosa a causa dell’efferatezza dei suoi crimini. Egli infatti torturava, uccideva e mangiava bambini. La documentazione riguardo ai suoi delitti è molto vasta, per lo più grazie alle sue stesse confessioni.

Issei Sagawa, nato l’11 giugno 1949, studente giapponese di letteratura inglese all’università Sorbona, Parigi, invitò una sua compagna di studi per il ripasso di alcune poesie in vista dell’esame di fine anno. Sagawa dichiarò alla polizia che era attratto dalla ragazza che si chiamava Renée Hartevelt (si presume che l’uomo ammise la circostanza per diminuire le conseguenze legali del suo folle gesto). Nel mezzo del loro incontro, e senza nessun preavviso, la uccise con un colpo di fucile, fece sesso con il suo cadavere e la mangiò pezzo per pezzo (fino a un totale di 7 chili di carne asportati dal suo corpo). Sagawa fu dichiarato inabile a sostenere un processo e il ricco padre, Akira Sagawa, ottenne la sua estradizione in Giappone, dove venne liberato dalla custodia in meno di quindici mesi. Sagawa, nel frattempo, era già diventato una celebrità nella sua patria, in special modo per il suo atteggiamento beffardo nei riguardi dell’intera faccenda, nonostante avesse rivelato all’opinione pubblica il proprio atto cannibalesco con dovizia di particolari. Da allora, ha scritto diversi best-seller (pensate, è anche uno scrittore di successo) ed è apparso in almeno un film, un’opera drammatica intitolata “The Bedroom”. Nel 1983 pubblicò l’esperienza dell’omicidio che lo rese famoso. Al giorno d’oggi, Sagawa, cura anche una colonna per un tabloid nazionale e vive nell’agiatezza.





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