martedì 17 novembre 2015

IL DESIDERIO NEI NONNI



La sessualità rappresenta una energia vitale che accompagna, evolvendosi continuamente, l’uomo per tutto l’arco della sua esistenza. La fase degli over 65/70  non e’ asessuata. Il climaterio maschile e femminile non segna assolutamente il termine dell’attività sessuale.

Una percentuale significativa di persone over 65/70, nonostante la repressione, i condizionamenti, la censura morale, le difficoltà obiettive continua ad avere rapporti sessuali regolari e soddisfacenti. I veri, autentici e sofferti motivi di cessazione dell’attività sessuale sono per la maggior parte di natura PSICOLOGICA e SOCIALE.

La popolazione italiana di ogni livello di età e condizione socio-culturale spesso non ha informazioni corrette sulla fisiologia, la patologia, i bisogni, i desideri e le attese sessuali degli over60. In ogni fase della vita esistono pregiudizi e stereotipi rigidi che hanno un significato, un valore ed un effetto repressivo ed inibitorio nei confronti dell’attività sessuale degli anziani. Negli over60 esiste spesso una immagine deformata e deformante per quanto riguarda le proprie esigenze, bisogni e rapporti.

Negli over 65/70  si mette spesso in atto un MECCANISMO SUBLIMATORIO, perchè risulta troppo grande, per effetto dei condizionamenti socio- culturali, morali, religiosi, la distanza tra la realtà dell’impulso libico e la fiducia nelle proprie capacità sessuali. Non va inoltre dimenticata una connotazione tipica della società odierna: in ogni età della vita esistono due differenti modelli comportamentali, quello MASCHILE e quello FEMMINILE. Il primo relativamente più permissivo rispetto al secondo, entro cui si perpetuano limitazioni e repressioni ancestrali. E’ tradizione culturale considerare la vecchiaia come periodo di rimpianto e di decadenza, tanto a livello di interesse quanto a livello di attività sessuale vera e propria. In questo processo di negazione sociale della sessualità gli over60 trovano poi spazio alcuni stereotipi molto diffusi e cioè la convinzione che:
l’attrazione erotica possa essere suscitata esclusivamente da un corpo giovane ed esteticamente perfetto;
la funzionalità degli organi genitali sia sottoposta alla usura del tempo e vada quindi incontro ad un decadimento in termini di qualità oltre che di quantità;
l’assenza della capacità o di un fine procreativo generi una caduta della pulsione sessuale;
il piacere sessuale rappresenti dopo una certa età più una “perversione” che una sana e naturale esigenza psicofisica, atta anche a contrastare il processo di invecchiamento psicofisico dell’organismo.
Da queste e da altre false credenze deriva spesso una auto-esclusione dell’anziano, che si trova a rifiutare la propria sessualità o a considerarla in maniera clandestina, come se il desiderio o l’attività sessuale fossero debolezze da nascondere o colpe di cui vergognarsi….. da cui le ritirate “strategiche” dall’universo della eroticità.

Dietro il comune ritornello “ormai sono vecchio“, traspare la seduzione della rinuncia, del disimpegno progressivo, che consente di evitare ogni timore di insuccesso o di frustrazione, una vera e propria autocastrazione preventiva.

Per cui la funzione sex (più che dal rallentamento biologico) può essere frenata da come il singolo anziano si percepisce ed inconsciamente si condiziona.

Le difficoltà sono inerenti al problema del cambiamento e pertanto ad una modificata rappresentazione del sé del proprio corpo-involucro cioè quello che viene percepito dall’altro e del proprio vissuto corporeo in quanto oggetto di desiderio ed in quanto soggetto che può ancora desiderare e godere.

E’ evidente che in questa fascia d’età le condizioni fisiologiche dell’organismo sono cambiate sia dal punto di vista emodinamico che metabolico (per esempio frequenza cardiaca, tono muscolare, equilibrio ormonale). Cosi come a livello muscolare le prestazioni fisiche sono in evidente diminuzione, analogamente le performance sessuali risentono delle variazioni fisiologiche della terza età.

Per esempio, alla ipotonia muscolare e riduzione della gettata cardiaca, che determina evidente diminuzione delle prestazioni fisiche, si associa una ipotonia del sistema venocclusivo erettile ed una diminuzione del flusso ematico cavernoso, che creano alterazioni della capacità erettile e della capacità di mantenere l’erezione.



La fase di eccitamento risulta più prolungata e questo in relazione alle diverse condizioni emodinamiche, infatti si nota un significativo ritardo ad ottenere l’erezione (diminuzione flusso ematico cavernoso ed ipotonia venocclusiva); questa puo’ essere parziale o venire perduta facilmente: la risposta erettiva subisce pertanto un rallentamento globale.

Se l’anziano non fosse a conoscenza di questa normale condizione fisiologica, potrebbe essere portato a pensare di essere affetto da impotenza, alimentando il circuito dell’ansia, con la possibilità di uno scatenamento di impotenza secondaria. Per questo motivo i successivi tentativi di forzare la situazione attraverso un controllo cosciente e i reiterati insuccessi portano l’anziano ad esperire l’ansia della prestazione, precludendogli la possibilità di recepire le stimolazioni in modo adeguato. Si riduce così il “potenziale erotico” che lascia spazio ad un “potenziale inibitorio”.

Nella fase di Plateau si notano varianti meno spiccate ma particolarmente significative in quanto sono in grado di rendere vantaggiosi alcuni aspetti dell’invecchiamento.

La durata d questa fase tende a prolungarsi e ciò in relazione ad un rallentamento della conduzione nervosa nei circuiti di controllo erezione/eiaculazione e si osserva un allungamento del tempo di inevitabilità eiaculatoria, che in giovane età costituisce un aspetto preoccupante per la sua precocità: spesso si verifica addirittura una correzione spontanea di una pregressa eiaculazione precoce. L’anziano ha, una volta raggiunta la fase di plateau, delle erezioni più prolungate nel tempo, spesso impara ad avere rapporti sessuali soddisfacenti senza che questi terminino necessariamente ogni volta con l’eiaculazione.

La terza fase , l’esperienza orgasmica, si effettua in un periodo di tempo più breve. Questo fenomeno è da mettere in relazione alle patologie prostatiche, che in questa fascia di età sono la regola (ipertrofia prostatica benigna, prostatite, tumore della prostata). In questi casi l’inevitabilità eiaculatoria può ridursi, fino a scomparire, per cui la durata dell’orgasmo può essere abbreviato o prolungato mentre il volume del fluido seminale si riduce notevolmente, per ipotrofia delle vescichette seminali.

La quarta fase (di risoluzione) si caratterizza per la rapidità della detumescenza dopo l’eiaculazione e per il prolungamento del periodo refrattario. Dobbiamo ricordare che questi fenomeni sono anche innescati dal diminuito trofismo e tono del tessuto erettile, che risente della variazioni ormonali correlati all’età.



Per la donna l’inizio dell’invecchiamento sessuale può coincidere con la menopausa che presenta segni clinici e biologici specifici: la caduta degli estrogeni , perdita della capacità riproduttiva , riduzione significativa del tasso degli ormoni sessuali presenti nel sangue.

Analogamente a quanto succede per le sue prestazioni fisiche che risentono della ipotonia muscolare (pensiamo alla incontinenza urinaria da sforzo, espressione di cedimento della muscolatura perineale) anche dal punto di vista sessuale assistiamo a dei cambiamenti.

La donna va incontro ad un rallentamento ed indebolimento della risposta sessuale, infatti durante le quattro fasi del ciclo sessuale riduce sia l’intensità della reazione fisiologica che la durata della risposta alla stimolazione sessuale.

Nella fase di eccitamento la lubrificazione della regione vaginale richiede per prodursi tempi più lunghi e la quantità di lubrificazione è minore rispetto alla donna più giovane (ciò in relazione alla carenza estrogenica della menopausa). Queste difficoltà possono essere mitigate allungando i tempi di stimolazione clitoridea antecedenti alla penetrazione o attraverso l’utilizzo di creme o liquidi lubrificanti o sostitutivi ormonali.

Nella fase di Plateau l’intensità della vasocongestione locale del terzo esterno della vagina si riduce notevolmente per il diminuito trofismo tissutale dovuto alla carenza ormonale che determina anche una fibrosi delle pareti vaginali ed il il restringimento del lume .

La diminuzione di spessore della mucosa e la diminuita elasticità dei tessuti in questa area (attraversata dall’uretra e dal collo vescicale) può determinare, durante il rapporto sessuale, una irritazione della vescica e dell’uretra, provocando eventuali uretrocistiti. Queste reazioni fisiologiche possono essere attenuate o eliminate con cure ormonali sostitutive, anche naturali, a base di estrogeni sia per os , sia per applicazioni locali sotto forma di creme.

La fase orgasmica risulta abbreviata, le contrazione della piattaforma orgasmica nel terzo esterno della vagina sono meno frequenti , spesso la risposta contrattile ritmica dell’utero è sostituita da una contrazione spastica percepita dalla donna anziana come dolore riflesso nell’addome inferiore. Il dolore può essere alleviato con opportune tecniche di sostituzioni degli steroidi sessuali

Sostanzialmente nella donna la capacità orgasmica resta invariata fino a tarda età, è soprattutto l’elaborazione a posteriore dell’ esperienza vissuta che favorisce o frena il desiderio.

Nella fase di risoluzione si ha un collasso rapido della vasocongestione dell’intero condotto vaginale (a differenza delle giovani, nelle quali si ha una depressione graduale e normale), attribuita alla minore entità della risposta vasocongestizia pelvica e alla minore elasticità dei tessuti.

La sessualità dell’anziano è arricchita di sfumature sessuali ed erotiche più complete.
La terza età può offrire l’occasione di vivere una sessualità diversa, maggiormente eccitante, in quanto diversa dalla quotidianità, svincolata da impegni stressanti.
Una sessualità più ricca perfezionata dalle esperienze passate e presenti condivise da un lessico comune e costruito nel tempo.

L’ansia da prestazione accomuna tutti gli uomini di tutte le età, ma colpisce soprattutto i maschi anziani: “Chissà se riuscirò”. Numerosi fattori, infatti, possono influire in maniera diversa sui problemi sessuali dell’uomo anziano.

Nella vecchiaia si verificano due importanti categorie di fenomeni: il cambiamento corporeo e le modificazioni fisiologiche e psicologiche.

Il corpo cambia nelle proporzioni, nell’elasticità della pelle e nella tonicità muscolare. E’ chiaro come l’uomo che faccia costantemente attività fisica, senza ansia da prestazione, che curi la sua salute, che mangi in modo sano…. limiti notevolmente i danni del decadimento fisico.

A ciò si aggiunge una diminuzione delle capacità sensoriali, che però possono oggigiorno venire ovviate, vedi occhiali da vista ed eventuali apparecchi acustici molto funzionali. Se la persona mantiene attiva la mente, mostrandosi aperta, flessibile e continuando ad apprendere e a cercare di migliorare se stessa, questi stessi cambiamenti sensoriali vengono ad essere meno percepiti.

Le convinzioni psicologiche sono le più deleterie e colpiscono negativamente gli anziani, soprattutto gli uomini nella sfera sessuale, ad esempio: la paura di invecchiare, di perdere la memoria, di non essere più attraenti, di perdere la capacità erettile, ecc.

L’attuale generazione di anziani ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre hanno subito l’influsso di costumi sessuali molto conservatori. Potrebbe però anche essere che più la persona invecchi più diventi conservatrice e in tale direzione sussistono specifiche ricerche longitudinali, pertanto la prossima generazione potrebbe subire altri tipi di condizionamenti.

E’ chiaro come più un anziano rimanga mentalmente aperto e flessibile più risulterà in grado di contrastare anche gli effetti coorte.

Gli anziani possono vedersi ridurre le opportunità di avere una vita sessuale, perché magari vivono con i figli oppure vivono in case di riposo e non vivono più da soli.

Molti fanno una vita casalinga perché hanno paura di uscire da soli, perché sono vissuti per troppo tempo isolati tra casa e lavoro ed hanno trascurato hobbies ed amicizie. Da qui l’importanza di non isolarsi nella coppia, ma di rimanere aperti alle proprie amicizie e passatempi in tutte le età della vita. La condivisione sconfigge la solitudine e l’isolamento ed aiuta la crescita intellettuale e personale.



Nella terza età si assiste frequentemente ad una scissione tra mente e corpo, con una conseguente focalizzazione dell'attenzione sulle funzioni somatiche, che in alcuni casi può arrivare ad ipocondria, cioè ad un'eccessiva e patologica preoccupazione per le proprie condizioni di salute. Alla base di questa eccessiva preoccupazione c'è molto spesso la perdita d'interesse per il mondo esterno, un dispiacere in campo affettivo o la ridotta attività.Uno dei disturbi più comuni tra le persone anziane è la depressione, che molto spesso non viene riconosciuta perché si manifesta con sintomi molto diversi. Oltre a tristezza e malinconia, altri sintomi depressivi sono: nervosismo, ansia, facile irritabilità, perdita di appetito, sonno irregolare, incapacità di prendere decisioni, senso di colpa e di inutilità, riduzione del desiderio sessuale e rallentamento verbale e psico-motorio. Tali disturbi psichici e in particolare la depressione comportano gravi problemi sessuali nell'anziano, e molto spesso l'uso di farmaci (antidepressivi) può causare disfunzioni sessuali, creando un circolo vizioso. Vi sono persone che in questi casi rifiutano di curarsi.
Anche i fattori socio culturali svolgono un ruolo determinante sul comportamento sessuale. Processi di socializzazione influenzano notevolmente la sessualità delle persone, il loro ruolo sessuale all'interno di un gruppo, come anche le norme e i valori del gruppo ai quali aderiscono.Anche se i ruoli sessuali sono cambiati e abbiamo assistito sin dagli anni '60 ad una maggior libertà nell'espressione sessuale, continuano ad esistere vari stereotipi sulle persone anziane che le descrivono come non attraenti, incapaci di raggiungere piacere sessuale e soprattutto non interessate al sesso. Molto spesso gli anziani interiorizzano tali stereotipi e vivono la sessualità come riprovevole da un punto di vista morale e sociale. In molti casi queste motivazioni spingono la coppia a non esporre i propri problemi sessuali al medico di famiglia o allo specialista.

Quando sia radicato che gli anziani non ricorranno all'attività sessuale o che per lo meno non ne necessitano è testimoniato dal fatto che le stesse organizzazioni o strutture sociali che si sono sviluppate a tutela degli anziani non hanno predisposto spazi che favoriscano le relazioni sociali intese in senso lato, né hanno adeguatamente riconosciuto le necessità sessuali o relazionali che indirettamente o direttamente possono favorire le relazioni sociali e quindi l'attività sessuale dei loro clienti.I differenti ruoli sociali che l'uomo e la donna hanno avuto si riflette sulla loro sessualità. Gli uomini anziani hanno più probabilità rispetto alle donne di sposarsi e di risposarsi in caso di divorzio o di morte del partner. Ruoli convenzionali enfatizzano l'iniziativa, la prestazione, nel lavoro e nelle relazioni sociali. Dopo il pensionamento e le naturali variazioni fisiologiche che accompagnano l'invecchiamento gli uomini possono sperimentare una perdita di autostima.





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