giovedì 15 ottobre 2015

LA LINGUACCIA



La funzione sociale che si esprime attraverso l’uso del linguaggio, ne fa un simbolo di grande importanza, ma anche di grande impatto visivo ed emotivo. Mostrare la lingua è un segno di spregio o di derisione, ed in passato i guerrieri bretoni usavano tagliarla ai nemici vinti in battaglia e mostrarla come trofeo.

Il “mostrare la lingua” è un’espressione facciale che prevede la protrusione momentanea della lingua tra le labbra. Spesso usato dai bambini, l’uso di questo gesto si osserva anche nei gorilla e in altri primati antropomorfi. Nei manuali e corsi sul linguaggio del corpo, il “mostrare la lingua” viene spesso associato a stati cognitivi di disaccordo rispetto a quanto detto, incredulità, dispiacere, o incertezza. Questi manuali sostengono che il gesto può rappresentare un segnale volto a modificare, contrastare, o contraddire un’osservazione verbale.

Spesso e volentieri questa interpretazione è solo un falso mito, volto più che altro a spiegare come certi rapporti di causa-effetto in realtà tutt’altro che oggettivi.

È sempre sconsigliabile dare un significato così netto a qualunque gesto, senza opportunamente considerare altre importantissime informazioni provenienti dagli altri canali comunicativi dell’interlocutore, oltre ovviamente considerare il contesto in un cui il segnale non verbale viene emesso.

Si pensi solo che, in ottica etologica e psicologica, la stessa mimica può esser usata anche come emblema per prendere in giro qualcuno (“fare la linguaccia”, tipico nei bambini) o per flirtare in modo audace e provocante (leccarsi le labbra, in modo evidente, guardando o ammiccando all’interlocutore oggetto delle nostre attenzioni).

Lo stesso atto non verbale, ha poi tantissimi altri significati a seconda della cultura d’appartenenza del soggetto che lo emette.

Il “leccarsi le labbra” può anche essere manifestato quando la persona prova una forte ansia, ma anche quando è completamente rilassata (una toelettatura delle labbra, esibita in tranquillità, poiché in presenza di persone con cui ha molta confidenza).

Può anche accompagnare una mimica di disgusto o nausea.




Tutti i segnali non verbali si riescono a interpretare solo facendo le giuste domande al nostro interlocutore. Avere un approccio falsificazionista (che considera la formulazione di ipotesi che vengono poi verificate attraverso un’opportuna indagine), ci permette di evitare errori di giudizio e di accrescere la nostra competenza relazionale riducendo preconcetti e pregiudizi che possono limitare la nostra intelligenza emotiva.

La lingua è la parte del corpo preposta al linguaggio ed al gusto. Per la sua estrema mobilità, il suo guizzare e ritrarsi viene paragonata ad una fiamma, e della fiamma ha il potere, che si esprime nel creare, cantare, esaltare o nel distruggere, giudicare, separare.

Perchè la lingua è l’organo attraverso cui prende vita la parola e fluisce il linguaggio, e che produce suoni, schiocchi, canti, sibili, che con questi sottolinea, loda ed apprezza, o al contrario biasima,disprezza, condanna.

La lingua può essere “mala lingua” quando la calunnia, il pettegolezzo e la cattiveria la rendono un’arma, oppure può essere una difesa: “Chi ha lingua in bocca può andar per tutto”, o anche un mezzo di espressione attraverso cui l’ intelligenza e le idee vengono manifestate:”Capo senza lingua non vale una stringa”.

L’ essere racchiusa e contenuta nella cavità della bocca, e la sua estrema sensibilità, la rendono qualcosa di “privato” e profondo, di intimo e legato alla soddisfazione fisica. Con la lingua si “sente” piacere o disgusto, si apprezza il gusto dei cibi, si distingue il fresco dal caldo, con la lingua si soddisfano i desideri tattili legati alla sensualità: leccare, assaggiare, baciare.

Per questa ragione Freud considera la lingua che compare nei sogni come simbolo fallico o desiderio del rapporto sessuale, mentre Jung focalizza la sua attenzione soprattutto sulla funzione del linguaggio, sulla espressione delle idee e della spiritualità individuale.

Vedere o sentire la propria lingua o quella altrui nei sogni è un’immagine che va valutata essenzialmente per le sensazioni, anche fisiche, che provoca.

Sentire la lingua sciolta ed agile nei sogni, sentire piacere nel muoverla o vederla bella e sana, può riferirsi alla capacità che il sognatore mostra di saper perorare le proprie cause e usare le proprie argomentazioni per difendersi e sostenersi.

Ma se la lingua mostra troppo movimento, se guizza con un’agilità esagerata, può indicare la necessità di essere più discreti, di non parlare troppo o non farsi scappare indiscrezioni.

Anche l’immagine di una lingua troppo lunga o del mordersi la lingua nei sogni, può riferirsi al bisogno di mettere un freno a confidenze, maldicenze o indiscrezioni.

Avere la lingua tagliata o trovarsi senza lingua è una immagine onirica che mostra la vulnerabilità del sognatore rispetto a qualche episodio che sta volgendo al termine e su cui non ha più influenza, un amore finito, un lavoro bloccato o assegnato ad altri, una decisione irrevocabile e subita, un episodio di impotenza.



Vedere qualcuno con la lingua biforcuta può indicare la necessità di non dare credibilità ai suoi discorsi, di guardarsi da ciò che viene detto, di aprire gli occhi su bugie e calunnie.

La lingua è un organo muscolare rivestito da una mucosa. La sua radice è posta nella faringe. In condizioni normali è rosea e umida. Spesso la colorazione biancastra può indicare dispepsie o gastriti. In generale, la "lettura" della lingua è molto importante per comprendere lo stato di salute dell'apparato digestivo: gli antichi la consideravano lo specchio dello stomaco. La patina linguale è formata essenzialmente da cellule sfaldate e saliva, frammiste a muco, piccoli frammenti di cibo e microbi. Tanto la lingua che la patina possono variare forma e consistenza, suggerendo la presenza di diverse patologie, per esempio: stomatiti, diabete, gastroenteriti, carenze vitaminiche, etc.

La lingua contribuisce al processo di masticazione. La masticazione serve a frantumare i cibi solidi in modo da renderli deglutibili e più facilmente attaccabili dai succhi gastrici. Gli alimenti vengono in parte tagliati in frammenti dai denti incisivi. Quindi, con l'aiuto della lingua, sono spinti sotto i denti premolari e molari che li maciullano. Nel frattempo, la lingua, le labbra e le guance spostano e riportano la poltiglia che si forma sotto la pressione dei denti. Durante la masticazione ha luogo l'insalivazione del cibo. Le ghiandole salivari, annesse alla cavità boccale, producono la saliva. Moltissime di queste sono sparse nello spessore della mucosa che riveste le labbra, le guance, il palato e i lati della lingua.

Oltre a facilitare l'introduzione dei cibi, la lingua contribuisce alla produzione dei suoni ed è responsabile del senso del gusto, attraverso le papille.
In relazione alla produzione del linguaggio, i movimenti delle labbra, della lingua e del palato, producendo variazioni di forma del tubo di risonanza, determinano i diversi rumori e suoni articolati.
In relazione alle sensazioni gustative, c'è da dire che le zone della lingua che più partecipano al loro rilevamento sono il dorso, la punta e i bordi. L'organo gustativo è costituito dall'insieme dei calici gustativi, piccoli corpuscoli sensoriali localizzati nelle papille. Attorno a questi corpuscoli si diramano terminazioni nervose. I sapori fondamentali sono quattro: il dolce, l'amaro, l'acido e il salato. Tutti gli altri sapori si devono a combinazioni di questi sapori e all'influenza dei sensi dell'olfatto e del tatto sul gusto. Le sensazioni gustative si associano con le sensazioni tattili e olfattive a causa della finezza del senso tattile, e l'acutezza della sensibilità olfattiva, della contigua mucosa nasale. A prova di ciò possiamo notare che, durante un raffreddore, non solo la funzione olfattiva viene sospesa, ma anche quella gustativa.


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