Il bacio addensa uno spettro straordinariamente ampio di significati, proponendo una notevole casistica di attitudini, tra motivazioni e tradizioni diverse. Nell'immaginario collettivo il bacio si lega strettamente al sentimento d'amore e delle emozioni affini, ma differenti sono i valori simbolici da attribuire a questo atto: i baci appartengono a precisi rituali e sono espressione di sentimenti di differente natura che contemplano non solo l'amore, ma anche l'affetto materno e filiale, la tenerezza, la simpatia, la gratitudine, la compassione, la gioia, il dolore. Una storia del bacio potrebbe essere scritta per evidenziare un'evoluzione del significato del gesto negli usi e costumi della civiltà, nel corso del tempo e attraverso lo spazio, ma ogni soluzione classificatoria potrebbe risultare artificiale, in quanto spesso le categorie entro cui inserire le differenti tipologie di baci si sovrappongono.
Il bacio si lega alle singole culture ed esistono popoli che a lungo ne hanno negato il valore erotico, non riconoscendolo come atto destinato alla ricerca e all'ottenimento di un dolce piacere. Il bacio all'occidentale era ad esempio considerato in Cina un simulacro del cannibalismo, mentre ancora oggi le usanze di diversi popoli africani di incastonare nel labbro inferiore dischi di legno o di scurirsi i denti con foglie di betel annullano ogni connotazione erotica della bocca. Per il popolo eschimese la bocca e la lingua hanno funzioni molto pratiche, servono a masticare il cuoio e pulire i bambini, e la ricerca d'intimità avviene con il naso, coinvolgendo la prossemica olfattiva. Il bacio di naso è del resto descritto da Darwin e da diversi etnologi come un modo di condividere lo spazio dell'altro, varcando soglie di intimità ben definite. Con lo stesso significato, ancora oggi presso alcuni popoli aborigeni dell'Australia settentrionale gli uomini raccolgono con le mani il proprio sudore sfregandosi il corpo e lo applicano sulla pelle del nuovo arrivato come atto di benvenuto: si tratta di una forma di accettazione dell'altro nella propria zona intima, che vale a esprime il grado di ospitalità.
Pur nelle differenti manifestazioni, sembra esistere un parallelismo tra il bacio, il bacio di naso e le altre forme di saluto affini, fatto che dimostrerebbe una comune origine. Il bacio all'occidentale estenderebbe, oltre che all'olfatto, anche al gusto la realizzazione del desiderio di "assaggiare" l'altro e non è casuale che in alcune lingue – come nella lingua egiziana antica – baciare e mangiare si esprimano con la stessa parola. All'atto di "suggere" l'altro, dunque, andrebbe ricondotta l'origine del bacio come ricerca del piacere, con un rimando preciso al primo contatto della bocca, nel momento dell'allattamento. L'analisi freudiana ha provato come la libido sviluppi nell'infante una definita ricerca del piacere che trova proprio nella bocca e nelle labbra i mezzi privilegiati di soddisfacimento del bisogno. Sin dalla primissima infanzia, per Freud, nutrimento, piacere e affetto vengono ricercati unitariamente e la madre è individuata come oggetto di desiderio in grado di rispondere a questa esigenza primaria, soddisfatta proprio attraverso la bocca. Ancora nei primi anni di vita, del resto, l'atto di portare alla bocca le cose che piacciono o incuriosiscono rimane caratteristico di tutti i bambini. Pur non avendo esposto sistematicamente una formulazione teorica sull'amore, Freud ha fornito in materia linee di pensiero fondamentali, disseminate in maniera frammentaria nei suoi scritti. Nei Tre saggi sulla sessualità del 1905 ha affermato:
il prototipo di ogni relazione amorosa è il succhiare del bambino al seno materno, trovare un oggetto d'amore è in effetti un ritrovare.
La teoria delle relazioni oggettuali muove dunque dalla peculiarità della relazione umana primaria individuata da Freud, che lega alla figura di accudimento, quella materna, il soddisfacimento delle pulsioni orali. Il riflesso innato di succhiare costituisce dunque nell'ontogenesi la premessa del bacio, che rievoca una funzione primaria, paragonabile a una fame insaziabile, ragion per cui ogni numerologia del bacio non può che prevedere un copioso, ininterrotto, incalcolabile scambio tra gli innamorati.
Esulando infatti per un attimo dalle implicazioni erotiche che baci filiali e materni hanno trovato nell'interpretazione freudiana, in una visione meno biologica e più sentimentale, il primo bacio per chi si affaccia alla vita è proprio quello della madre e il bacio materno è destinato ad accompagnare un figlio per sempre, anche quando in un fisiologico rovesciamento dei ruoli il figlio diviene più forte del genitore, ma non cessa per questo di essere figlio. Le madri, in cui teneramente è una donna anziana a baciare il capo della figlia, a sua volta madre. Il bacio materno che è espressione dell'affezione più profonda, duratura e incondizionata, si veste talora anche di una tenera voracità, che sta a significare un possesso reciproco che il legame di sangue suggella:"Ti mangio di baci" – ancora a ribadire la quasi sinonimia tra mangiare e baciare – dice spesso una madre al suo bambino, il quale a sua volta si trova in molti casi a richiedere i baci guaritori, lenitivi, della madre sulle ferite procurate durante il gioco. Una situazione che ci porta a definire un'ulteriore funzione del bacio – che ha trovato innumerevoli applicazioni nel mito e nella fiaba – quella terapeutica.
Al bacio sono state attribuite capacità vivificanti e curative: un bacio può dar vita, animare, rianimare, svegliare dal sonno profondo della morte, annullare i malefici, guarire. Nella mitologia, nella tradizione popolare e nelle fiabe, il bacio assume spesso una valenza simbolica di portata straordinaria, salvifica.
Le immagini dell'inconscio collettivo, gli archetipi, vale a dire i modelli fondamentali della psiche umana comuni a tutti noi, sono ancor meglio distinguibili nelle fiabe che non nei miti, contaminati da elementi culturali. Le fiabe infatti, prive di connotazioni spazio-temporali, consentono di fruire maggiormente di immagini che contengono in sé, senza mediazioni, un forte potenziale evocativo e significante.
Il tema del risveglio, fisico o morale, è affiancato nelle fiabe anche dal motivo della metamorfosi, del cambiamento migliorativo, come il mutamento dell'essere deforme trasformato in principe.
L’origine del bacio, a detta degli antropologi, risale alla preistoria, quando le nostre antenate per nutrire i loro piccoli sminuzzavano il cibo nella loro bocca prima di passarlo, attraverso una sorta di bacio alimentare, ai fantolini.
Questa ipotesi è stata avanzata anche da Desmond Morris, il celebre etologo inglese autore di numerosi libri sul comportamento umano, che la elabora, precisando come le madri svezzavano i loro figli masticando il cibo e dandolo loro con un bocca a bocca che implicava una notevole quantità di pressioni reciproche della lingua e delle labbra, un modo di nutrire i bambini simile a quello degli uccelli ci sembra oggi bizzarro ed estraneo, ma - scrive Morris nel libro "L'uomo e i suoi segreti" - la nostra specie l'ha probabilmente praticato per più di un milione di anni.
Gli amanti che si esplorano reciprocamente la bocca con la lingua ritroverebbero, quindi, il benessere arcaico e la sensazione di gratificazione e fiducia della nutrizione bocca a bocca. Questo, per il biologo, rafforzerebbe la loro confidenza e il loro legame. Anche secondo Freud, attraverso il bacio, si recupera il soddisfacimento dell'oralità dell’ infanzia. La bocca è il primo strumento privilegiato attraverso cui i bambini conoscono le persone, gli oggetti il mondo. I bambini portano tutto alla bocca, perché è un organo estremamente sensibile e luogo di transito di ciò che dà più soddisfazione: il cibo.
I neurobiologi hanno di recente, con ricerche approfondite, ridimensionato il ruolo della passione e del sentimento ed affermano perentoriamente che la funzione del bacio sia prevalentemente quella di selezionare il partner con finalità squisitamente riproduttive.
Il bacio rappresenta una sorta di panacea, sia quello più superficiale ed affettuoso, sia quello più approfondito, pregno di erotismo e sensualità.
A seconda dei casi si liberano neurotrasmettitori chimici dall’ossitocina, che produce fiducia, alle endorfine, che stimolano l’allegria ed allontanano la tristezza, mentre tende a scendere il livello del cortisolo, fattore di stress, che aumenta nelle situazioni di ansia e pericolo.
Quando il bacio è appassionato si scatenano numerose variazioni fisiologiche: dalla dilatazione dei vasi sanguigni, che producono rossore delle guance ed un maggiore afflusso di sangue al cervello, mentre il cuore comincia a pulsare più intensamente e le pupille si dilatano.
Inoltre aumenta la produzione di dipamina, che induce desiderio, esaltazione, euforia.
Attraverso il bacio uomo e donna si scambiano una serie di germi (circa 300) e relative informazioni di istocompatibilità genetica, oltre a degli odori subliminali, sul tipo dei ferormoni, molto diffusi nei mammiferi, che inducono una coppia a riprodursi.
Più lungo è il bacio e più intensamente il testosterone, attraverso la saliva, eccita la donna.
La sensazione che scaturisce da un bacio è estremamente complessa ed alla base dell’emozione che provoca vi è il lavoro di ben 35 muscoli facciali, un’accelerazione del battito cardiaco, un aumento della pressione e la messa in circolo di sostanze neuro ormonali che tendono ad innalzare l’umore. Il bacio è proprio degli esseri umani, l'Homo sapiens sembra infatti l'unica specie animale che si scambia baci, anche se a volte degli scambi di effusioni tra animali sembrano simularlo come nel caso di questi due cani della prateria ed alcune scimmie antropomorfe, i bonobo, lo pratichino costantemente. Attualmente si ritiene che il bacio abbia anche la funzione di cercare partner con un corredo genetico diverso dal proprio per rinforzare la prole.
Esso si manifesta in egual maniera in tutte le culture ad eccezione degli eschimesi o dei pigmei che si strofinano vicendevolmente i nasi, tra le popolazioni più antiche anche i mongoli ed i giapponesi non lo conoscevano
Il bacio esprime una serie molto ampia di situazioni e relazioni, dalla sottomissione al cospetto di un potente del quale si baciano i piedi al saluto tra parenti ed amici, dallo scambio di intimità tra due amanti alla cerimonia di ingresso in una categoria o in un clan , si pensi al bacio accademico o a quello tra mafiosi o vecchi camorristi, o a quello scambiato tra grossi esponenti della politica, vi sono poi i baci liturgici ad oggetti sacri durante le funzioni e l’amministrazione di alcuni sacramenti, o tra capi religiosi.
I musulmani baciano la Pietra Nera alla Mecca, mentre gli ebrei baciano il Muro del pianto, gli hindu baciano talvolta la terra nei templi e i cattolici, durante la liturgia del Venerdì Santo, baciano la croce in segno di adorazione per il Cristo. Nel cerimoniale papale è tradizionale baciare i piedi al Papa (l'anello per i cardinali), una tradizione nata nell'impero bizantino ai tempi dell'imperatrice Teodora come segno di estrema devozione al sovrano. D'altro canto il Papa, in segno d'umiltà, è solito baciare la terra appena arrivato in un nuovo paese.
Senza dimenticare negli ambienti nobili e raffinati l’usanza del"baciamano", consistente nello sfiorare appena con le labbra (di un uomo) il dorso della mano di una donna.
Un bacio molto particolare dalla prorompente sensualità è il bacio alla francese che consiste nel baciare a bocca aperta l'altra persona, muovendo vigorosamente le lingue e spesso con scambio di leggeri morsi sia sulle labbra che sulla lingua stessa ed è, quasi sempre, scambiato ad occhi chiusi. Il bacio alla francese è un avvicinamento all'atto sessuale vero e proprio, ovvero uno dei cosiddetti preliminari, e spesso i più giovani iniziano a scoprire il sesso tramite questo tipo di bacio.
Nella Firenze del Trecento, come ci narra Dino Compagni, la pace tra fazioni diverse era suggellata da un bacio sulla bocca tra i rispettivi capi, un’usanza ancora in vigore negli anni Sessanta del secolo scorso tra i big della nomenklatura sovietica.
I latini avevano tre diverse definizioni per il bacio: l’osculum rappresentava il rispetto ed era adoperato per l’amore filiale, il basium indicava affetto ed era usato per le mogli, il savium era espressione di libidine e si scambiava con le prostitute.
Uno dei baci più celebri della storia è quello di Giuda. Per secoli, attraverso il Medioevo quello ricevuto da Cristo è stato l’unico permesso tra le creazioni dell’arte, un bacio tra le tenebre che odora già di sangue, che costituisce il culmine dell’azione, bloccando i personaggi con uno stacco deciso, mentre gli occhi si guardano parlando.
Il soggetto è stato replicato infinite volte, dai capitelli romanici alle sgargianti miniature dei codici più preziosi, ma la vetta più alta viene toccata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, quando un Giuda brutto e dal volto malvagio cerca di abbracciare nostro Signore, avvolgendolo nel suo mantello giallo, mentre Cristo lo fulmina con uno sguardo severo e sprezzante.
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