venerdì 1 aprile 2016

MATRIMONIO O CONVIVENZA?



La convivenza anni fa non era proprio contemplata, ci si sposava, anche molto giovani ed era l’unica occasione in cui “si usciva di casa”. All’epoca dei nostri genitori si andava via di casa solo quando ci si sposava ecco perchè proprio la loro generazione non riesce a capire l’esigenza di convivere, vorrebbero vedere i figli sposati anziché semplicemente conviventi. Ora invece il matrimonio è in crisi, abbondano i divorzi e la convivenza sembra essere diventata l’alternativa al grande passo.

Molteplici i fattori. Prima su tutti la crisi economica che morde anche le giovani coppie. Ormai ci si sistema dal punto di vista lavorativo sempre più tardi, la precarietà ci fa sentire precari anche sentimentalmente e non ce la sentiamo di “sistemarci” non avendo sicurezze economiche. Molte coppie rimandano e rimandano il giorno delle nozze proprio perchè non vogliono iniziare la propria vita insieme indebitandosi fino al collo o con difficoltà economiche che preoccupano e soffocano la vita di coppia.
Secondo, oltre alla crisi economica di certo vi è anche la crisi dei valori. Le ragazze di oggi non aspettano di certo il grande amore per accasarsi. E anche gli uomini arrivano sempre più tardi al matrimonio. Il matrimonio sopravvive laddove è vissuto come una tradizione irrinunciabile. Nel caso del nostro paese è il sud che tiene alta la bandiera con il record di coppie sposate rispetto al nord del paese. Questo ovviamente è dovuto sicuramente a fatti culturali.
Sempre più coppie decidono di andare a vivere insieme dopo un periodo di fidanzamento anche per abituarsi a stare insieme in vista di un matrimonio futuro.
Per molti infatti convivere è una specie di test, fin quando si è fidanzati e si condividono le uscite serale, i viaggi e le esperienze varie si può andare più o meno d’accordo, ma quando si vive insieme certe abitudini o modi di fare possono farci vedere il partner sotto un’altra luce e magari farci capire che non è la persona con cui vorremmo passare il resto della nostra esistenza. Oppure può accadere il contrario, che la convivenza sia solo una conferma di ciò che pensavate, ovvero che il partner sia la persona con cui volete passare il resto della vostra vita.

Non è una promessa davanti a un officiante o una firma a cambiare ciò che proviamo uno verso l'altro, bensì il sistema di ruoli che crediamo di dover seguire e che, in molti casi, può diventare il peso di una routine oppressiva.

Prima di prendere una decisione così importante per la coppia bisognerebbe cogliere l'opportunità per una profonda riflessione e rispondere con estrema onestà alla domanda: “Perché entrambi desideriamo fare questa scelta?”. Ci si sposa, così come si può scegliere la convivenza, per tantissime ragioni, più o meno sensate o lecite rispetto l'autenticità di un rapporto d'amore. Sposarsi perché è consuetudine farlo, per la bellezza della festa o di un abito non è fra le motivazioni più nobili, né fra quelle intelligenti: essere credenti è una scelta di vita, non solo a livello matrimoniale. Se non ci si sente tale, è decisamente più saggio affrontare apertamente questo tema con il partner, sarà occasione anche per confrontarsi su una questione importante per il futuro, quale il tipo di educazione da dare ai figli.

In molti casi si congela l'idea del matrimonio a causa delle spese altissime per sposarsi: non è così. Ci si può sposare anche con una cerimonia molto semplice, insieme alle persone care e un aperitivo buffet; del resto sarebbe superficiale e ingiusto rinunciare a una scelta vissuta come importante solo per un motivo meramente legato alla questione economica. Invece, è fondamentale riflettere sul tipo di matrimonio che ognuno, all'interno della coppia, immagina. Questo evento non deve diventare una stressante prova di forza o una cartolina dalla superficie scintillante e falsata con cui dare dimostrazione di sé agli altri, ma un momento di intimità e unione con l'altro.

La convivenza, d'altro canto, non deve diventare una modalità per mettersi alla prova dandosi un alibi per fuggire più velocemente. Trasformare una coppia in un progetto di vita a due non è un'operazione che si possa fare con il codice civile sottobraccio: è necessario guardarsi negli occhi, agire nella massima onestà su ciò che si vuole, essere pronti a condividere e nutrire un'immensa riserva di pazienza, di cui avremo bisogno in entrambe le scelte.




Conoscete davvero il vostro partner? Sapete se ci sono abitudini o difetti che potrebbero mandarvi in bestia? È bene sono queste spesso che cose che fanno fallire una convivenza, vedere il partner da un altro punto di vista, quello della quotidianità. Per l’uomo ad esempio potrebbe essere poco piacevole vedere la compagna non preparata, non truccata, in vestaglia o peggio in versione mostro con la maschera al viso. Per la donna invece potrà essere poco piacevole scoprire che il proprio compagno non sa cucinare neanche un uovo al tegamino o rendersi conto che è disordinatissimo. Insomma sono molte le sorprese che possono attendere una coppia all’inizio della convivenza. Certo è che la convivenza ha molti lati positivi. Il primo: la comodità. Se malauguratamente non dovesse durare non dovrete incorrere in pratiche e scartoffie per divorziare, basta tornare al punto di partenza, tornare a casa dei propri genitori o dove si viveva prima di andare a vivere insieme. Il secondo punto di interesse è la convenienza. Pensateci. Quanto costa organizzare un matrimonio? E quanto prendere una casa in affitto e arredarla? Insomma tra le due sicuramente la vince la seconda. La convivenza conviene molto economicamente. Niente festa in chiesa, niente ristorante, niente bomboniere insomma piena libertà di poter usufruire del vostro denaro per altro come viaggi e arredamento più bello. Quante coppie hanno iniziato male proprio perchè si sono indebitate per organizzare il matrimonio? La risposta è davvero tante, specie in forti periodi di crisi. Uno dei vantaggi di andare a vivere insieme e non spendere tanti soldi per organizzare una mega festa per un solo giorno che resta un ricordo in un album costato una fortuna! Certo a dirla così sembrerebbe che la convivenza sia solo positiva. In realtà come ho accennato prima sono molte le cose che potrebbero andare storte, specie quando non si conoscono tutte le abitudini del partner. Se l’amore è forte allora resiste, altrimenti ci si separa e in questo caso niente divorzi o separazioni legali, semplicemente ognuno si sceglie un altro appartamento in cui vivere.

La vecchia unione coniugale sembra essere in crisi negli ultimi anni. Complice la crisi economica non si combinano più matrimoni, la gente preferisce la convivenza o restare a casa dei genitori fino a 40 anni. Spesso per necessità più che per affezione. Insomma la vecchia istituzione religiosa e civile va sempre male. Ma è davvero meglio convivere? I romantici vi risponderanno di no. Soprattutto le donne che preferiscono lo scambio degli anelli allo scambio delle chiavi di casa. Ed in effetti il fascino del matrimonio è impareggiabile. Se si passano mesi (a volte anni) per organizzare un singolo giorno affinchè sia perfetto qualcosa dovrà pur significare! Molte coppie preferiscono la bellezza del matrimonio, il tradizionale scambio degli anelli all’altare, chi crede che l’amore possa durare per sempre e che dal matrimonio nasce la futura famiglia opterà sempre per questa scelta invece che della convivenza. Inoltre agli occhi degli altri le coppie sposate rispetto a quelle che convivono vengono viste come coppie di serie A. Insomma non è un caso se molti vedono nella convivenza un certo tipo di convenienza. La convenienza del vivere insieme non è solo economica e “burocratica” come ho detto prima, sta anche nel fatto di non prendersi responsabilità, di cercare una via di fuga anche a quello che dovrebbe durare per sempre: l’amore. Proprio perchè talvolta è la parola amore a fare paura e a fare in modo da trovare una scappatoia. Molti pensano che convivere vuol dire non prendersi la responsabilità di una nuova famiglia, e se vogliamo non prendersi neanche la responsabilità di una coppia, che può morire in qualsiasi momento, basta restituirsi a vicenda le chiavi di casa. Rispetto a ciò invece il matrimonio è definito la culla stessa della famiglia, la cellula primordiale di un nuovo nucleo familiare. Un rapporto più solido perchè entrambi si sono assunti una responsabilità, si sono scambiati delle promesse e hanno creduto in qualche cosa. Ecco spiegato il perchè del fatto che le coppie che convivono vengono considerate di serie B rispetto a quelle sposate.
Fin qui solo lati positivi del matrimonio. In realtà i lati negativi dello sposarsi sono altrettanti. Chi ha detto infatti che matrimonio è sinonimo di felicità? Spesso è volentieri diventa una trappola per entrambi. Molte giovani coppie decidono di prendersi la responsabilità di sposarsi ma non riescono poi a mantenere questa promessa, tradiscono oppure trasformano l’unione in un inferno quotidiano da cui è difficile uscire, specie se vi sono figli a carico. Ecco uno dei lati negativi del matrimonio è proprio questo, la difficoltà di mettervi fine se le cose non vanno bene con il proprio partner e soprattutto la difficoltà nel mettersi d’accordo per la custodia dei figli e la tristezza di dover crescere un figlio nei week end.

Nel caso in cui siano presenti dei minori, gode di una maggior tutela dal punto di vista legale la coppia sposata: per esempio una donna che decida di non lavorare per dedicarsi alle esigenze familiari potrà veder riconosciuti più facilmente una serie di diritti legati al mantenimento. È altrettanto vero che, nel caso di una convivenza, il fatto di scegliersi giorno dopo giorno può aiutare entrambi a restare più focalizzati sull'obiettivo di una felicità comune.


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