Preti che molestano suore, preti che abusano di suore, preti che costringono ad abortire le monache con cui hanno avuto rapporti sessuali. Emergono dagli archivi della Chiesa le denunce su un fenomeno che abbraccia i cinque continenti e che sino ad ora è stato soffocato sotto la coltre del silenzio.
Le denunce sono precise, firmate con nome e cognome e presentate a più riprese durante gli anni Novanta, alle istanze maggiori della Chiesa: la Congregazione vaticana per la vita consacrata, le riunioni dei Superiori degli ordini religiosi, varie Conferenze episcopali.
Il 18 febbraio 1995 un rapporto viene consegnato al cardinale Martinez Somalo, prefetto della Congregazione vaticana per la vita consacrata. E' un pugno nello stomaco. Si parla di suore sfruttate sessualmente, sedotte e spesso violentate da preti e missionari. Messo in allarme il cardinale Martinez Somalo, incarica un gruppo di lavoro della Congregazione di approfondire la questione con suor Maria O' Donohue, autrice del rapporto e coordinatrice per conto della Caritas internazionale e dell'agenzia Cafod (Fondo cattolico per lo sviluppo oltremare) i programmi sull'Aids.
Le sue denunce in Vaticano sono agghiaccianti. "Gli abusi sono diffusi", racconta, le segnalazioni molteplici. Aspiranti alla vita religiose violentate dal prete cui portano i certificati necessari. Medici di ospedali cattolici avvicinati da preti che portano "ad abortire suore e altre giovani donne". Fedeli allarmati per gli abusi. Nello shock dei monsignori presenti, suor O'Donohue evoca la storia di un "prete che spinge una suora ad abortire, lei muore e lui celebra ufficialmente la messa requiem" per la sventurata.
Molti casi vengono riportati dall'Africa dove la cultura non favorisce il celibato e dove per tradizione "è impossibile per una donna o un'adolescente dire no ad un uomo, specie ad un anziano e particolarmente ad un sacerdote". Ma gli esempi di abuso vengono da tutto il mondo. Suor O'Donahue ha lavorato sodo per mesi ed anni. Già nel 1994 ha trasmesso alle autorità ecclesiastiche un rapporto in cui informa che con l'espandersi dell'Aids le suore sono state identificate anche da preti come gruppo ''sicuro'' dal punto di vista sanitario e quindi oggetto di richieste sessuali.
Certi preti le cercano proprio "per timore di contrarre l'Aids con prostitute". In una nazione la superiora di una comunità di suore è stata avvicinata nel 1991 da preti che le chiedevano di poter usufruire dei favori sessuali delle sue monache. Purtroppo è piuttosto diffuso il fenomeno di "preti ed esponenti della gerarchia ecclesiastica che (così viene riportato) abusano del loro potere e tradiscono la fiducia di suore coinvolte in relazioni sessuali di sfruttamento". Accade spesso che preti invitino le suore a prendere la pillola. Poi succede, invece, che in una comunità venti suore si trovino incinte contemporaneamente. Ma accade anche che le autorità ecclesiastiche locali siano sorde alle denunce. In un caso citato - 29 suore rese gravide dai preti di una diocesi - la superiora chiese invano l'intervento del vescovo. Fu, invece, "rimossa dal vescovo" e rimpiazzata da un'altra. L'appello alle istanze ecclesiastiche superiori non ebbe seguito.
Testimonianze di abusi, ha dichiarato suor O'Donahue, vengono da 23 paesi del mondo: dal Burundi al Brasile, dalla Colombia all'India, dall'Irlanda, all'Italia, alla Nuova Guinea, alle Filippine, agli Stati Uniti. Le sue denunce, raccolte dal National Catholic Reporter in America e in Italia dall'agenzia Adista, non nascono da posizioni femministe - che lei respinge - ma esigono dal Vaticano un intervento educativo a tutti i livelli.
Nel 1998 anche la superiore religiosa suor Marie Mc Donald ha presentato un suo rapporto, gettando luce su "molestie sessuali e stupri perpetrati da preti e vescovi". Il Vaticano monitorando il fenomeno sensibilizza discretamente i vescovi, ma non risultano atti ufficiali in cui il grave problema sia affrontato direttamente. "Per quanto io ne sappia, non è stata disposta alcuna ispezione", afferma suor Mc Donald, superiore della Suore Missionarie di Nostra Signora d'Africa. Le strategie dello sfruttamento sono varie, spiega: "Suore diventate finanziariamente dipendenti da preti, che possono chiedere in cambio favori sessuali" oppure preti che da direttori spirituali o confessori estorcono rapporti di sesso. "La cospirazione del silenzio - aggiunge - contribuisce al problema. Solo se lo affronteremo insieme, riusciremo a trovare le soluzioni".
Però bisogna agire presto. Già tre anni fa suor Mc Donald segnalava che la situazione peggiorava invece di migliorare.
Il 40% delle suore cattoliche americane è stato vittima di abusi sessuali – I bambini di quelle rimaste incinte sono stati assassinati.
Negli ultimi decenni alcuni giornali importanti hanno esposto il problema degli abusi sessuali sacerdotali di ragazzi, ragazze e donne all’interno della chiesa cattolica romana negli Stati Uniti d’America.
“Il celibato è la storia della degradazione delle donne, degli aborti e dell’infanticidio. Nel IX secolo, molti monasteri erano i luoghi di ritrovo degli omosessuali, molti conventi erano bordelli in cui i bambini sono stati uccisi e sepolti. La promiscuità è diffusa nei monasteri e nei conventi. Ivo di Chartres (1040-1115) racconta di interi conventi dove sono detenute suore, solo di nome. Erano state spesso abbandonate dalle loro famiglie ed erano davvero prostitute”. – Peter de Rosa, “Vicari di Cristo”, 1988; pagine 404 e 408.
“Secondo un indagine del 1996 sulle suore degli Stati Uniti, è riportato che un minimo di 34.000 suore cattoliche (circa il 40% di tutte le suore americane) sostengono di essere state vittime di abusi sessuali. Tre suore su quattro hanno affermato di essere state abusate sessualmente da un prete, da una suora o da un’altra persona religiosa. Due suore su cinque hanno dichiarato di essere state abusate sessualmente tramite qualche forma di contatto genitale. Tutte le suore che rivendicavano lo sfruttamento sessuale ripetuto hanno riferito che esse hanno subito pressioni, da parte dei superiori religiosi, per favori sessuali” – William H.Kennedy, “Lucifero Lodge”, 2004; pagina 179.
“A volte i sacerdoti venivano al convento e si arrabbiavano con noi, giovani monache, perché ci rifiutavamo di avere rapporti sessuali con loro, volontariamente … e molte, molte volte venivamo colpite in bocca … è una cosa terribile! I miei denti anteriori sono stati eliminati da un prete lascivo che stava cercando di costringermi a fare sesso. La mattina, la madre superiora ci diceva a 10-15 di noi: ‘Allineatevi e toglietevi i vestiti’ e venivano due o tre sacerdoti cattolici romani ubriachi che marciavano di fronte a noi, ragazze nude, e poi sceglievano la ragazza che volevano e la portavano in cella con loro. Questo sono i conventi – conventi di clausura – di ordini non aperti. Il sacerdote può fare tutto quello che vuole e nascondersi dietro il manto della religione! Poi quello stesso prete cattolico romano, dopo aver molestato sessualmente una monaca, torna nella sua chiesa cattolica romana a dire Messa. Quella povera gente che va a confessarsi e crede che possa ricevere l’assoluzione dai propri peccati da un uomo pieno di peccato, pieno di corruzione e vizio. Eppure egli (il sacerdote) si comporta come loro dio”.
“A volte, il sacerdote, durante il tentativo di molestare una suora, gli tirava calci nello stomaco. Molte delle giovani monache erano incinte ma non importava, il bambino sarebbe stato ucciso in ogni caso, solo perché quel bambino è nato nel convento. Dopo esser nati, ho consegnato quei bambini e quello che ho visto con i miei occhi e fatto con le mie mani è indicibile!”
“Non ci sarà mai una coperta calda attorno al suo corpo. Non faranno mai nemmeno fare il bagno ad un bambino nato in un convento di clausura. Dopo 4 o 5 ore dalla sua nascita, arriverà la madre superiora, prenderà quel bambino e gli metterà le dita nelle narici e gli coprirà la bocca … secondo voi, perché costruiscono le fosse di calce nel conventi di clausura? Qual è la ragione della loro presenza, se non quella di occultare i bambini assassinati? Il bambino sarà preso e buttato nella fossa di calce chimica e calce sarà messa sul suo corpo. E’ questa la fine del bambino.” – Suor Charlotte, Ex-Carmelitana, Alias Charlotte Wells; i brani di cui sopra sono presi da una registrazione di un’intervista a Suor Charlotte.
Sono trascorsi 22 anni da quella notte in cui alcune suore giurarono obbedienza con il loro sangue in una cappella. Consorelle che con quel rito promettevano devozione e fedeltà a padre Stefano Manelli, cofondatore dell’istituto religioso dei frati dell’Immacolata, istituto di diritto pontificio con sede principale a Frigento (Avellino) e vari conventi in tutto il mondo. Racconti di donne che hanno subito e che dopo anni hanno avuto la forza di raccontare. Tutto. Dichiarazioni parte di un dossier su cui indagano i pm della procura di Avellino. Si descrivono storie di presunte vessazioni, abusi, violenze, strani giri di denaro e istigazione alla prostituzione. Bugie secondo Manelli, assistito dall’avvocato Enrico Tuccillo. L’esposto che conteneva il documento fu messo insieme dal commissario apostolico del Vaticano, padre Fidenzio Volpi e fu presentato all’autorità giudiziaria dal legale Giuseppe Sarno dopo l’improvvisa morte di monsignor Volpi.
“Ti devi fare santa” era la parola d’ordine utilizzata secondo quei racconti (riportati dal Corriere della Sera), per convincere suore e frati ad annichilire se stessi. “Mangiavamo la cenere nei pasti e spesso lo facevamo in ginocchio – racconta un’ex suora – La sera ci frustavamo con la disciplina, uno strumento con delle punte di ferro. Mentre lo facevamo dovevamo pregare e gli schizzi di sangue imbrattavano i muri. Portavamo anche un cuore fatto con dei chiodini. Lo mettevamo a contatto con la pelle. Io mi sono anche marchiata a fuoco due volte”. Dichiarazioni su cui la pm Adriana Del Bene della procura di Avellino ha disposto indagini. Ma in procura non c’è un solo fascicolo: c’è infatti anche un’indagine per truffa aggravata e falso ideologico che ha portato al sequestro di 30 milioni di euro a due associazioni legate all’istituto. Il tribunale del riesame ha poi dissequestrato i beni ma la procura ha proposto ricorso in Cassazione e l’avvocato Sarno ha interpellato sul caso anche il tribunale civile. “Ci mandavano da alcuni benefattori molto ricchi e ci chiedevano di essere accondiscendenti. Io mi sono tirata indietro. Anche Manelli aveva modi ambigui”, ha rivelato un’altra sorella. Ambiguità raccontate anche nel dossier: “Stavo male quando facevo direzione spirituale con padre Manelli perché facendolo sembrare un fatto naturale spingeva la mia mano verso le sue parti intime”. Enrico Tuccillo, avvocato di padre Manelli, parla del suo assistito come di un perseguitato e paragona la sua vicenda a quella di figure di Santi come quella di San Pio o San Francesco.
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