La legge del taglione è un principio di diritto consistente nella possibilità riconosciuta a una persona che avesse ricevuto intenzionalmente un danno causato da un'altra persona, di infliggere a quest'ultima un danno, anche uguale all'offesa ricevuta.
Il principio è comunemente espresso dalla locuzione occhio per occhio, dente per dente, che appare anche nella Bibbia, in particolare nel libro del Levitico:
« 19Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: 20 frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all'altro. » (Levitico 24, 19-20)
Nel diritto islamico è di fatto accolto il principio dell'occhio per occhio vigente in Arabia ai tempi di Maometto. È tuttavia previsto, spesso con una minuziosa casistica, anche il principio di "compensazione pecuniaria" (in arabo diya, spesso tradotto "prezzo del sangue"), con cui è possibile evitare il ricorso all'occhio per occhio pagando risarcimenti in denaro.
Solitamente, però, il ricorso alla diya è subordinato all'accettazione da parte della parte lesa, e in mancanza di ciò si dovrebbe procedere al taglione.
Pena comune a tutti i popoli antichi, consistente nell’infliggere all’autore di una lesione personale un’uguale lesione. Già conosciuta nel codice di Hammurabi (18° sec. a.C.) e in alcune precedenti raccolte di leggi sumero-accadiche, nelle quali vige il sistema della compensazione in denaro, costituisce estrinsecazione di un principio di uguaglianza di retribuzione.
In uso presso diverse popolazioni in età antica, aveva funzione di porre un limite alle vendette private, che spesso degeneravano in faida. In opere letterarie, sebbene influenzate da testi sacri, si preferisce parlare di legge del contrappasso, in particolare del caso di "contrappasso per analogia".
La legge del taglione viene affermata solo nel diritto romano arcaico, quello delle dodici tavole. Infatti nella Tavola VIII riguardante gli illeciti, si dice:
Si membrum rupsit, ni cum eo pacit, talio esto.
Se una persona mutila un'altra e non raggiunge un accordo con essa, valga la legge del taglione.
Esso si può riscontrare anche nell'antico diritto germanico al quale si rifecero le legislazioni di alcuni stati italiani, infatti è possibile riscontrare l'uso di tale legge in alcuni documenti ritrovati a Modena nel 1771 e in Toscana nel 1786. Sant'Isidoro di Siviglia nei suoi Etymologiarum sive originum libri XX definisce il taglione nei seguenti termini: Talio est similitudo vindictae, ut taliter quis patiatur, ut fecit. In questa maniera viene espressamente affermata la natura vendicativa di simile principio.
Visto però come un atto di compensazione, legittimerebbe altre plausibili chiavi interpretative nella cultura popolare.
Spesso viene utilizzata per giustificare la propria rabbia per un torto subito, per invocare sentimenti di vendetta o per motivare gli sforzi di rivalsa personale. Altri, però, sono lo spirito e il contesto nel quale questa affermazione viene concepita.
Gesù rilesse così le parole "occhio per occhio":
"Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle. Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici, (benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano) e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste". (Matteo 5:38-48).
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