Borbottare di continuo fra sé e sé, sbuffare, contrariarsi per un nonnulla, rispondere nervosamente a una semplice e innocua domanda. Così si esprime l’insofferenza, quello stato d’animo sfumato ma disturbante, a metà strada fra la scontentezza e la sopportazione.
Sbuffare, sospirare, scuotere la testa, rispondere in tono seccato, o dopo varie insistenze, muoversi a scatti, nervoso; sbattendo contro le cose, aver voglia di piangere all’improvviso, senza motivo: questa è l'insofferenza.
È abbastanza difficile che l’insofferente abbia una scarsa forza di volontà. Poiché deve impiegarla nelle sue varie aspettative, in genere elabora una buona forza di volontà anevrotica perché ciò gli serve “in generale”.
La sua autostima si basa spesso sui successi che ottiene, cioè sulla realizzazione delle aspettative; può sembrare una persona molto sicura di sé finché tutto va bene, ma può crollare in una profonda insicurezza quando l’aspettativa non si realizza. Può essere una persona che appare molto superba (convinta di fare al meglio qualunque cosa faccia, tesa sempre a vantare i suoi successi in tutti i campi in cui si muove ecc.) oppure che appare molto modesta (convinta che qualunque cosa faccia fallirà). Poiché il successo è alla base dell’autostima, il confronto con gli altri può trasformarsi in una gara, più o meno diretta. L’insofferente adotta delle regole (basate su leggi, educazione, civiltà ecc., soprattutto se è stato educato alla disciplina) che pretende che gli altri rispettino, sempre e comunque, a prescindere dal danno che ne ha se gli altri le negano.
Gran parte delle aspettative fallite dipendono dalle interazioni con gli altri; è pertanto naturale che l’insofferente, pur partendo con tutte le buone intenzioni verso chi gli sta intorno, arrivi a scontrarsi con gran parte dei suoi simili, visti come “ostacoli”, “zavorre” o addirittura “nemici” (mania di persecuzione: “ce l’hanno con me”) relativamente alla realizzazione dei suoi progetti. Se l’insofferente è debole tenderà a “subire” gli altri, mentre se è forte tenderà a “dominarli”. La sua umanità è cioè frenata dalla necessità di realizzare le sue aspettative.
Non è raro riscontrare malattie psicosomatiche nell’insofferente; in molti casi sono problemi che l’organismo innesca per distogliere il soggetto dalle sue mancate aspettative esistenziali.
Quando l’aspettativa non si verifica ecco che non scatta nessun piano di riserva, ma arriva l’esplosione, verso gli altri (ira) o verso sé stessi (frustrazione). Non a caso molti insofferenti deboli soffrono di malattie psicosomatiche, rivelatrici di un profondo disagio esistenziale.
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