Nella risata sono coinvolte sei coppie di muscoli: il levator anguli oris (solleva i lati della bocca), il levator labii superioris (solleva il labbro superiore), l’orbicularis oculi (agisce sull’orbita oculare), il risorius (un muscolo mandibolare che porta indietro le labbra), lo zygomaticus major e lo zygomaticus minor che sollevano gli zigomi. Sono dunque 12 i muscoli utilizzati quando si ride. In realtà il numero dei muscoli utilizzati può variare a causa di diversi fattori. Persone che provengono da aree diverse del mondo per esempio, ridono in modo molto diverso. C’è dunque una differenza culturale: ogni popolo può avere un codice basato su diverse espressioni per sorridere e comunicare al proprio gruppo le emozioni positive. C’è inoltre una elevata variazione individuale, dovuta a differenze della struttura ossea che forma la base del viso, e che permettono di usare muscoli diversi. Nella faccia sono presenti 36 muscoli che vengono usati selettivamente per esprimersi. E alcuni di essi, anche se non sono direttamente coinvolti nella risata, possono essere usati contemporaneamente. Alcuni ricercatori, osservando le espressioni facciali utilizzate durante la risata, hanno notato variazioni tali da consentire il riconoscimento di un individuo anche nel caso abbia cercato di modificare i propri tratti somatici.
Una risata equivale a un minuto di vogatore (allenamento per i muscoli facciali, delle spalle, diaframma e addome) e quindi riduce il rischio di infarto (Williams Fry della Stanford University della California).
E' indubbio l'effetto liberatorio che ha una sana risata; e infatti è noto come in compagnia di amici proviamo piacere nell'udire o nel raccontare brevi storielle divertenti sui presenti o assenti. Meno noti sono i meccanismi di come ciò avvenga. Barzellette o comunque comicità di diverso tipo hanno forti rapporti con il cosiddetto 'lavoro onirico' tanto studiato da Sigmund Freud (Il Motto di Spirito) . Freud ha intuito che il motto di spirito è una spia verso l'inconscio, che c'è un rapporto tra la struttura dei segni e la struttura del linguaggio e ha considerato degno della massima attenzione questo delicato e impalpabile aspetto della vita spirituale dell'uomo.
Per Freud il motto di spirito (come la barzelletta) costituisce una vera e propria opera d'arte e utilizza gli stessi meccanismi d'espressione del sogno, che consistono in varie fasi comprendenti il processo di condensazione (più parole vengono fuse in una sola). L'impiego duplice dello stesso materiale verbale (una singola espressione puo' esprimere cose diverse) e il doppio senso. In conseguenza di questi processi si ha la liberazione dei contenuti presenti nel nostro inconscio e lo sprigionamento dell'energia psichica che prima li bloccava (censura). E' proprio la liberazione improvvisa di questa energia quella che, sempre secondo Freud, scatena la risata in chi ascolta una barzelletta.
Sempre nei motti di spirito, la psicoanalisi distingue uno 'spirito licenzioso' e uno 'spirito aggressivo': nel primo caso abbiamo la barzelletta a sfondo sessuale, nel secondo lo sblocco dell'aggressività avviene invece attraverso un travestimento umoristico che consente di colpire l'avversario, senza tuttavia dare l'impressione di un attacco diretto. Il valore dei motti di spirito, delle barzellette e della comicità, in genere, è per Freud di tipo economico: infatti con questo metodo la nostra psiche riesce a liberare energie, altrimenti bloccate nell'inconscio, e contemporaneamente raggiunge un preciso obiettivo: la liberazione di desideri sessuali o aggressivi.
Il riso è terapeutico. Psicologi come Ronald E. Smith dell'Università di Washington hanno dimostrato che ridere riduce notevolmente lo stato d'ansia e migliora le capacità di reazione all'avversità. Con questi presupposti lo psicologo italiano Mario Farné ha pubblicato un libro, "Guarir dal ridere" (Bollati Boringhieri) che oltre a raccogliere i più recenti studi sull'efficacia della risata, offre un'ampia antologia di belle battute e storielle divertenti.
Su queste fondamenta si basa la terapia della risata proposta negli anni ’70 da Patch Adams reso famoso dall’omonimo film interpretato da Robin Williams. Da allora numerosi siti, anche italiani, sono stati a lui dedicati. Altri siti in tutto il mondo nascono sempre più numerosi con l’intento di portare il sorriso negli ospedali, specie pediatrici, come ad es. Dottor Sorriso.
Questo e’ l’ultimo articolo scritto da Patch Adams e pubblicato da C@c@o nel 2004.
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