Viva l'ottimismo! Se sorridi  vivrai più a lungo
Lo  definiscono Benessere Soggettivo - in sigla SWB, dall’inglese  Subjective Well Being - e quantifica il giudizio che ognuno dà alla sua  vita, il grado di soddisfazione esistenziale e professionale. Un elevato  SWB pare abbia un effetto diretto sulla salute e sulla longevità,  facendola aumentare addirittura del 14 per cento. È quanto sostiene il  professor Ed Diener, del Dipartimento di psicologia dell'Università  dell'Illinois, che ha appena pubblicato sul Journal of Applied  Psychology, Health and Well-Being la più ampia revisione mai effettuata  su questo argomento, prendendo in considerazione ben 160 ricerche.
Diener,  che da decenni studia la felicità e i suoi effetti, ritiene che a  questo effetto "salutare" concorrano soprattutto quattro fattori:  soddisfazione nella vita, assenza di emozioni negative, ottimismo e  presenza di emozioni positive. Queste ultime, però, devono essere  moderate, perché se sono eccessive o troppo repentine - avverte Diener -  hanno paradossali effetti negativi. Stiano attenti, per intenderci, i  vincitori delle lotterie miliardarie, che potrebbero avere brutte  sorprese. Un po' di humour, comunque, può sempre aiutare, perché come ha  dimostrato lo studio norvegese HUNT 2, seguendo 53.500 persone per  oltre 7 anni, prendere le cose con ironia allunga la vita.
Per  contro, in un’altra ricerca (presa in esame da Diener nella sua  revisione) su 4.989 persone seguite dalla giovinezza per oltre 40 anni, è  risultato che chi era un musone pessimista già da giovane, si ritrovava  più malconcio da anziano o addirittura campava di meno. E  inaspettatamente Diener si è accorto che, facendo i debiti confronti, il  legame fra ridotta aspettativa di vita e infelicità risulta addirittura  più forte di quello con l'obesità, la cui pericolosità è arcinota. Che  un basso Benessere Soggettivo possa favorire l'insorgenza delle  malattie, peraltro, è provato da altre ricerche. Quando, ad esempio,  l'ottimismo è impedito da una condizione di depressione maggiore, il  rischio di malattie cardiovascolari aumenta del 2,69 per cento, Anzi,  basta un semplice umore depresso per far salire il rischio dell'1,49%.
Sentimenti  positivi come gioia, speranza, voglia di fare, soddisfazione  esistenziale, speranza per il futuro, ottimismo e humor hanno invece  buoni effetti anche di fronte alla malattia, come è stato evidenziato in  pazienti affetti da HIV, con blocco renale, colpiti da infarto, e può  migliorare perfino la risposta alle cure palliative somministrate in  caso di gravi tumori. «Di recente ho presentato proprio i risultati di  questi studi in una relazione sulla "Felicità al femminile" — sottolinea  Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze del  Fatebenefratelli di Milano —. Un approccio positivo aiuta senza dubbio a  migliorare durata e qualità di vita, anche di fronte alla malattia e  alle perdite. Secondo un recente studio dell’Università olandese di  Leiden, gli anziani con un'innata disposizione ottimista vivono una  migliore vecchiaia, nonostante il diradarsi dei rapporti sociali».  «Nell'anziano la perdita di speranza in un progetto di vita futura —  conferma Costanzo Gala, primario del Centro per la cura della  depressione del San Paolo di Milano — aumenta la morbilità e la  mortalità. Bisognerebbe diffondere di più l’informazione che oggi  l'aspettativa di vita di coloro che arrivano a 70 anni in accettabili  condizioni fisiche è di almeno 15 anni per le donne e di 12 anni per gli  uomini: il solo saperlo riaccende l'ottimismo e riattiva la resilienza,  ovvero la capacità di fronteggiare lo stress, con miglioramenti degni  di una psicoterapia»
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